Il New York Times ad Ischia per un viaggio nella cucina del Vesuvio


Il fascino immenso e spettacolare dell’isola d’Ischia non riguarda solo le sue bellezze paesaggistiche, marine ed architettoniche: da non trascurare è l’aspetto enogastronomico che caratterizza l’isola e la rende ancora più suggestiva ed unica nel suo genere. Un particolare che colpisce anche l’attenzione di chi è oltreoceano.

Non a caso, Julia Moskin, giornalista e blogger americana responsabile della rubrica di cucina del “New York Times”, ha omaggiato l’isola d’Ischia, dedicandole un reportage completo e dettagliato, intitolato “A Ischia, in Italia, la cottura avviene nella sabbia, non ai fornelli”. Le storie raccontate sono davvero curiose e per lo più incentrate sui metodi di cottura alternativi, che si possono praticare sull’isola. Non si cucina utilizzando il classico forno ma si sfrutta il calore del sottosuolo vulcanico.

Ischia

Articolo New York Times – Foto “La repubblica.it”

Una di esse riguarda il cuoco 45enne Ivo Iacono di Sant’Angelo d’Ischia, proprietario dell’enoteca “La Stadera”, che aveva cotto nell’acqua calda della baia di Sorgeto, molluschi e pesce durante la vigilia di Natale. Ed ancora, a seguire, la cottura ottenuta sfruttando il calore del sottosuolo vulcanico prediletta dal ristorante “Emanuela”, alle Fumarole.

Tanti gli argomenti d’approfondimento che arricchiscono il reportage, come l’excursus sulla storia geologica dell’isola, l’esaltazione della produzione del vino, gli accenni ai conigli di fossa, la cui particolarità riguarda l’allevamento: praticato nelle gallerie sottoterra, scavate nella roccia. Non mancano cenni a ricette antichissime ed appartenenti alla cucina povera ed umile, quali le frittelle alle erbe selvatiche ai ravioli imbottiti di verdure ischitane. 

Ischia

Coniglio della fossa – Foto “La Repubblica.it.”

Ecco le dichiarazioni della giornalista, riportate dalla Repubblica.it“Gli aristocratici dell’antica Roma si immergevano qui e oggi qualcuno rinnova l’antica tradizione di cucinare, portando uova e patate e facendole cuocere lentamente nell’acqua salata. Queste sono le testimonianze della storia vulcanica che l’isola condivide con la Costiera e l’intera regione: il Vesuvio si trova a solo trenta chilometri di distanza, attraverso il Golfo di Napoli. Sorgenti termali e spiagge sono state sfruttate per secoli per cucinare, soprattutto quando acqua e combustibile erano scarsi e costosi”.


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