Terremoto: I monti del Matese, la zona sismica più pericolosa d’Italia


Ancora paura tra i paesi del Matesino. Una nuova scossa di terremoto, più leggera di quella del 29 Dicembre, è stata avvertita nella giornata di ieri subito dopo le ore 08.12. A quanto pare gli studiosi lanciano un nuovo allarme gridando allo stato di allerta. Il Direttore del Centro Nazionale Terremoti parla chiaro: “ il rischio che possano verificarsi nuove scosse è altissimo”.

È possibile che il fenomeno si ripresenti in maniera ancora più violenta e devastante. Come già scritto in un precedente articolo, il presidente dell’istituto Nazionale di Geofisica Enzo Boschi aveva già parlato di questa eventualità due anni fa, mettendo in allarme protezione civile ed enti pubblici sul verificarsi di eventi sismici devastanti nel Sud Italia.

A pronunciarsi questa volta, Alberto Michelini, presidente del Centro nazionale terremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) che ha spiegato le motivazioni di un tale stato di allarme. Secondo le parole di Michelini, il Matese (così come la catena appenninica in generale) sta subendo pian piano un allargamento verso il mare Adriatico : “una sorta di stiracchiamento del gigante montuoso” che potrebbe portare serie conseguenze per la popolazione e per il Sud Italia in generale.

Michelini aggiunge: “All’origine della sequenza sismica  c’è un movimento di estensione dell’Appennino, che progressivamente si ‘allarga’ tra il Tirreno e l’Adriatico. È la stessa dinamica del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009, di quello avvenuto nel 2012 nel Pollino e di quello che nel 1997 ha colpito Umbria e Marche”.

Purtroppo non si può affermare con certezza se la faglia in questione sia la stessa che si è ripetutamente attivata nel corso di questi anni, resta però una certezza, che la faglia del Matese (paragonata oramai a quella di Sant’Andrea in California), sta destando serie preoccupazioni a causa della sua palese attività sismica, sempre più intensa e frequente.

Allo stato attuale bisogna allertare gli organi istituzionali competenti di Campania e Molise in modo da creare piani ad hoc in grado di fronteggiare eventuali emergenze. Urgono nuovi programmi di prevenzione e di messa in sicurezza degli edifici, soprattutto per quelli sensibili (come scuole, ospedali, case di riposo, oratori, ludoteche, parrocchie, associazioni sportive, locali commerciali).

Ad oggi la catena montuosa del Matese rappresenta la zona sismica più attiva, e di conseguenza più pericolosa, d’Italia. Proprio per questo bisogna puntare sulla prevenzione e verificare che pianificazione e costruzioni edilizie avvengano nella direzione delle indicazioni contenute nella Mappa della pericolosità sismica.


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