Ciro, l’innocente ucciso ieri a Ponticelli: il boss lo ha usato come scudo


Napoli – L’ennesima vittima innocente della camorra ieri, a Ponticelli, quartiere periferico di Napoli. L’abbandono e il degrado in quella zona della città sono a livelli altissimi, d’altra parte è un modo di fare parecchio consolidato da parte delle istituzioni: il grado di attenzione è più concentrato nei centri, dove si scattano le cartoline, è lì che si gioca gran parte del consenso. Napoli, Roma, Milano, Parigi, Londra, dappertutto le periferie sono polveriere sempre sul punto di esplodere e, quando lo fanno, chi ci va di mezzo sono gli innocenti.

Ieri, dicevamo, è toccato al giovane Ciro Colonna, non arrivava a 20 anni. Per avere qualche soldo in tasca e alleggerire la famiglia faceva il falegname dallo zio, frequentando di sera l’Istituto Tecnico. Meno di un mese si faceva ritrarre in foto sul lungomare Caracciolo con gli amici, era nella cartolina: il mare, il sole, il Vesuvio. Di sera a casa, a Ponticelli, in una città che è sempre Napoli seppur non lo sembri.

Oggi, invece, interamente sotto un lenzuolo bianco sul lettino del medico legale, perché Raffaele Cepparulo, il vero bersaglio dei killer, lo avrebbe usato come scudo quando si è accorto che due uomini si erano avvicinati con la pistola per ammazzarlo. Come successe a Forcella alla povera Annalisa Durante. Cepparulo, elemento di spicco dei clan in via di rinnovamento e sempre in guerra, è morto sul colpo, Ciro in ospedale.


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