Terrorismo: la paura nel cuore di Parigi


Continua il terrore a Parigi, una delle città più belle dell’Europa, dove la tolleranza verso l’altro sembrava essere di casa: i colpi di kalashnikov, le raffiche esplosive, una pioggia di fuoco, piombo e sangue; dilaga il terrore e la paura di mettere in salvo i bambini, poi le sirene spiegate, le corse delle ambulanze. Tutto questo è accaduto nel cuore di Parigi e secondo François Hollande, Presidente della Francia, potrebbe continuare e i parigini tremano, il cuore in sussulto e con essi tutta l’Europa.

Dopo 54 ore vissute con il fiato sospeso Paris tira un sospiro di sollievo tra tensione e assedio, ma l’incubo jihad rimane; il doppio attacco terroristico è cominciato mercoledì con l’aggressione mirata a Charlie Hebdo, giornale satirico francese sito in Rue Nicolas Appert, XI arrondissement, seguito poi con la fuga dei due killer, i fratelli Kouachi, due giovani franco-algerini con gravosi precedenti, appartenenti a una moschea integralista di Parigi, da poco tornati dai combattimenti in Isis. I due terroristi erano asserragliati infatti dalla mattina di venerdì, in una tipografia in una cittadina a Nord-Est della Francia con un ostaggio.

I terroristi

I terroristi

Contemporaneamente un altro terrorista africano, ha puntato contro un supermarket ebraico nella zona Est di Parigi, che sparando con due pistole ha preso in ostaggio più persone, tra cui anche un neonato; le forze dell’ordine parigine hanno ordinato più misure di sicurezza, la chiusura di negozi e la protezione degli studenti delle scuole vicine, rinchiusi nel quartiere oltre l’orario delle lezioni, soprattutto in Rue de Rosiers, nel quartiere del Marais. Hollande, durante la conferenza stampa dichiara: “Ho fiducia nel nostro Paese. Ha dimostrato una forza di reagire e una grande capacità di restare unito!”. Nonostante ciò il Presidente ammette che si sono verificate delle mancanze, che sono state scritte cose orribili e che la Francia dovrà fare di tutto per vivere insieme, in sicurezza per il futuro.

Domenica infatti si terrà a Parigi una grande manifestazione contro il terrorismo alla quale parteciperà anche Hollande, che ha più volte ringraziato il sangue freddo dei corpi di polizia, e anche se hanno salvato tante vite, esprime comunque il suo cordoglio per i morti di questi giorni, confermando il provvisorio bilancio iniziale alla stampa. Il Presidente ha affermato di poter contare sulla risorsa importante del coraggio del suo popolo, ma ha anche messo in guardia contro il razzismo e l’antisemitismo; ha aggiunto poi che “la Francia è un Paese libero, senza paura e da questa prova usciremo ancora più forti!”.

Intanto sui social network di tutta Europa impazzano le frasi e i pensieri rivolti verso le vittime: il fumettista svedese, Lars Vilks, divenuto famoso per una sua vignetta che raffigurava il profeta Maometto con il corpo di un cane randagio, per esempio teme la morte e la censura. In Italia non mancano le dichiarazioni dei politici di turno, come Daniela Santanchè che dichiara di voler pubblicare Charlie Hebdo in Italia, e poi Matteo Renzi che asserisce: “Siamo tutti francesi!”

In realtà in un clima di estremo terrore, bisognerebbe riflettere sul fatto che quei colpi mortali non sono stati rivolti contro una religione o contro un mestiere, contro la satira o contro l’ebraismo, contro un giornalista o contro un semplice cittadino europeo. Quell’attacco era contro l’umanità. Cosa resta a questo punto sulla bocca dei volti televisivi?

 

 


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