Portici, il patrimonio artistico chiede aiuto


La città di Portici solo qualche anno fa, nel 2011 ha riconfermato il suo record di densità abitativa rientrando in cima alla classifica di tutti i paesi della nostra penisola. La piccola cittadina (piccola solo per estensione), vanta di un ricco patrimonio artistico, in particolare architettonico, che purtroppo non è soggetto a interventi di restaurazione, di cura, di pulizia.  Inoltre, è decisamente mal gestito a causa della negligenza dei funzionari comunali, della mancanza di senso civico e della poca attenzione degli stessi cittadini. In tutto ciò, tralasciamo poi il problema dell’assenza dei fondi necessari alle opere succitate, o meglio la loro pessima amministrazione.

Tantissime a Portici, sono le strutture antiche come le ville d’epoca appartenenti al cosiddetto Miglio d’oro partenopeo fiorito nel lontano Settecento. Ma ciò che allieta maggiormente i cittadini è la presenza della famosa Reggia reale, residenza estiva del re Ferdinando di Borbone, con annesso il giardino reale e l’orto botanico. Da non dimenticare assolutamente l’interessante museo ferroviario di Pietrarsa e la prima stazione costruita in Italia e inaugurata il 3 ottobre del 1839, la linea Napoli – Portici che recentemente ha subito danneggiamenti ed ora per la prima volta in così tanti anni non è più agibile. Caso emblematico della poca attenzione nei confronti di opere di tale valore artistico, sul territorio porticese, è proprio quello di Villa d’Elboeuf . Un palazzone costruito nel 1711, primo elemento del Miglio d’Oro, di cui subito se ne innamorò Carlo di Borbone.

Per diversi anni, ed ancora oggi, la villa è abbandonata e fatiscente, lasciata in uno stato di degrado, rovinata sempre più dalle piogge acide, dall’azione del mare e da quelle dei delinquenti. Sono stati registrati negli ultimi anni numerosi crolli sia nell’ambiente interno sia in quello esterno al palazzo. Le scalinate, un tempo maestose, sono state quasi tutte interamente distrutte; le varie stanze sono ricoperte di calcinacci rotti e sporcizia; il soffitto decrepito scricchiola e crolla quasi ad ogni piccolo passo.

Villa d'Elboeuf

Interni di Villa d’Elboeuf: calcinacci ovunque, pareti dissestate, intere stanze completamente crollate

Lo scorso 19 agosto 2011, all’interno della villa è stato appiccato un incendio con alcune sterpaglie che ha causato paura e sconforto nei cittadini, che passeggiando tranquillamente al porto del Granatello, hanno notato una nube nera alzarsi e fuoriuscire dalla finestre  dell’edificio. Purtroppo questo non è stato il primo incendio. L’episodio più sconvolgente risale al 5 febbraio 2014, quando parte della struttura di Villa d’Elboeuf crolla sui binari della ferrovia.

Ancora oggi la ferrovia non può essere utilizzata a causa dell’allerta e del pericolo di ulteriori danneggiamenti.  Con grande amarezza bisogna sottolineare il fatto che anche altri  edifici antichi sono stati oggetto di crolli a causa della loro condizione fatiscente. E’ il caso di  Villa Lancellotti che nel 2011 ha perduto il balcone e parte della facciata; il 5 maggio del 2013 ricordiamo il balcone ceduto durante la processione per i festeggiamenti del santo patrono San Ciro presso un palazzo d’epoca situato in Corso Garibaldi ( il bilancio è stato di tre morti), ed infine il 30 settembre nel pomeriggio è ceduto il solaio della stazione di Pietrarsa (il bilancio è stato di un morto e due feriti).  Insomma dopo tutti questi tragici episodi è forse il caso di lanciare un appello non solo ai responsabili di tale sfacelo ma soprattutto ai cittadini che si sconvolgono ascoltando le notizie dei telegiornali ma che in effetti non fanno nulla per migliorare la situazione. Come dunque noi cittadini possiamo attivarci nel cambiamento?
Attraverso innanzitutto l’ informazione che è la migliore arma contro chi fa tacere e mistifica l’ingiustizia, attraverso la propaganda di idee positive che possano riaccendere in tutti i cuori l’amore e l’attenzione per i propri beni artistici.


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