Vaiolo delle scimmie, c’è il primo caso in Campania: è un 40enne ricoverato a Napoli


Nel mondo sono 25 i paesi che riportano più di 1500 casi di vaiolo delle scimmie, ma l’epicentro di questo virus riguarda l’Europa con ben 901 i casi. Numeri che crescono di giorno in giorno e spaventano l’Oms che sta valutando se inserirlo o meno come pandemia. Ora il primo caso di MonkeyPox è arrivato in Campania e riguarda un 40enne.

VAIOLO DELLE SCIMMIE, PRIMO CASO IN CAMPANIA: UN 40ENNE RICOVERATO A NAPOLI

A rendere noto il primo caso in Campania di vaiolo delle scimmie è l’Azienda Ospedaliera dei Colli attraverso un comunicato stampa. L’uomo è infatti giunto presso il pronto soccorso dell’Ospedale Cotugno di Napoli con una diffusa eruzione vescicolare:

Sebbene la storia clinica non metteva in luce contatti a rischio o viaggi all’estero del soggetto, vista la sintomatologia, il paziente è stato inizialmente posto in isolamento presso l’Uoc di Malattie infettive emergenti e ad alta contagiosità, diretta dal dr. Alessandro Perrella, dove è stato visitato e sottoposto alle analisi del caso. Attivato immediatamente il percorso diagnostico, già in essere presso l’Azienda Ospedaliera dei Colli, dopo poche ore è arrivata la conferma del MonkeyPox in diagnostica molecolare grazie al kit frutto della collaborazione con lo Spallanzani. I campioni per la conferma e le successive analisi molecolari saranno ora inviati presso gli enti sanitari nazionali preposti“.

LE DICHIARAZIONI DEL DIRETTORE

Come sottolineato da Maurizio di Mauro, direttore generale dell’AO dei Colli:

“L’ospedale Cotugno, già dalle prime segnalazioni di MonkeyPox in Europa e in Italia, si è attivato per fronteggiare la gestione di eventuali casi sospetti. Fondamentale la tempestività che oggi ci ha permesso di effettuare la diagnosi in poche ore e porre in essere tutte le procedure per il tracciamento di possibili contatti”.

Restano le stesse raccomandazioni del covid, isolamento per alcune settimane in caso di positività o contatti e lavarsi frequentemente le mani dato il rischio di contagio diretto con la pelle.


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