VIDEO/ Bruno Pizzul e quella telecronaca leggendaria che lo fece entrare nel cuore dei napoletani


Il 17 maggio 1989, lo stadio Neckarstadion di Stoccarda si riempì di tensione, passione e storia. Era la partita di ritorno della finale di Coppa UEFA, un duello tra lo Stoccarda di Jürgen Klinsmann e il Napoli di Diego Armando Maradona.

VIDEO/ Stoccarda-Napoli 3-3, la leggendaria telecronaca di Bruno Pizzul

Dopo il 2-1 dell’andata al San Paolo, gli azzurri si giocavano un pezzo di eternità. E a narrare quell’impresa, con la sua voce calda, pacata ma carica di emozione, c’era Bruno Pizzul, il telecronista che per generazioni di italiani è stato sinonimo di calcio in televisione.

Pizzul, con il suo stile sobrio e il suo timbro inconfondibile, trasformò quella serata in un racconto epico. Non era solo una partita: era il coronamento di un sogno per una città, Napoli, che viveva il suo momento d’oro sotto la guida del Pibe de Oro. La telecronaca di Pizzul non si limitava a descrivere i fatti; li dipingeva, li rendeva vivi, dando spazio all’immaginazione di milioni di tifosi incollati davanti al piccolo schermo.

Il match finì 3-3, un risultato che consegnò la coppa al Napoli (5-4 nel computo totale). Ma a rendere indimenticabile quella notte furono anche le parole di Pizzul. Non c’era bisogno di urla o eccessi: Pizzul sapeva che il peso della storia parlava da sé.

La sua telecronaca fu un equilibrio perfetto tra cronaca e poesia E quando il fischio finale sancì il trionfo, la sua voce si tinse di un’emozione trattenuta. Nessun fronzolo, nessuna esagerazione, solo la consapevolezza di aver assistito a un momento che sarebbe rimasto nella memoria collettiva.

Bruno Pizzul, con il suo garbo e la sua competenza, fu il compagno ideale per i tifosi napoletani e per gli amanti del calcio in generale. In un’epoca in cui la televisione era il principale mezzo per vivere lo sport, la sua narrazione trasformò Stoccarda-Napoli in un capitolo di un romanzo epico.

Ancora oggi, riascoltare spezzoni di quella telecronaca significa rivivere l’euforia di un Napoli leggendario e la magia di un calcio che, forse, non esiste più.


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