Caso del turista ebreo all’Autogrill, la contro versione: “Ci ha chiamati terroristi figli di putt***”
Lug 31, 2025 - Francesco Pipitone
Caso del turista francese ebreo all'autogrill di Lainate
L’episodio avvenuto all’autogrill di Lainate era stato inizialmente presentato come una brutale aggressione antisemita ai danni di un turista francese, ebreo, che afferma di essere stato picchiato e preso a calci dagli avventori italiani che – nel filmato diffuso sui social – gli urlavano contro “Palestina Libera”. Una narrazione ribaltata grazie ad un esposto presentato da due fratelli, i presunti aggressori.
“Palestina libera” all’Autogrill: la contro denuncia smentisce l’ipotesi di antisemitismo
Secondo la controdenuncia, “ci ha detto figli di puttana palestinesi, terroristi”. L’uomo, un 52enne francese di religione ebraica, avrebbe iniziato a fissare con insistenza il gruppo “perché parlavamo arabo”, attirando poi l’attenzione sulle donne presenti “perché indossavano del ciondoli raffiguranti la cartina geografica palestinese”.
Sempre secondo l’esposto, il francese avrebbe insultato e provocato i presenti: “Ci ha sfidato a uscire con insulti e provocato inneggiando ‘Am Ysrael Chai, viva Israele'”. A quel punto hanno reagito, verbalmente ed in modo deciso, gli altri avventori dell’Autogrill che con veemenza hanno invitato il turista a comportarsi a modo e ricordandogli i crimini di guerra e il genocidio di Israele nei confronti dei palestinesi nella Striscia di Gaza. Sullo scontro fisico, i due fratelli sostengono: “Dice di essere la vittima, ma è stato lui il primo a colpire: ha dato una testata a me e un pugno a mio fratello”.
Il precedente simile della Taverna di Santa Chiara a Napoli
Una versione che smonta la narrazione iniziale, proprio come avvenne nel caso della turista israeliana alla Taverna di Santa Chiara a Napoli. Un caso che si è risolto con l’archiviazione della querela contro la titolare Nives Monda, la ristoratrice partenopea la quale – come emerso successivamente – è stata lei vittima di diffamazione e di una campagna d’odio messa in piedi ad arte e poi crollata di fronte alle evidenze.
A spiegare meglio la posizione della difesa è l’avvocato Federico Battistini: “L’uomo che oggi accusa falsamente i miei patrocinati di essere stato aggredito per motivi di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, ha rivolto alla compagna di uno dei due di origine palestinese gesti offensivi, insulti razzisti e sessisti e minacce. Qualificare quanto accaduto come espressione di razzismo e antisemitismo è completamente fuorviante, oltre che lesivo della reputazione dei miei assistiti”.
Il legale aggiunge: “La versione dei fatti esposta dal signore francese è parziale e tendenziosa e ha finito col fomentare un clima di odio che costituisce un serio pericolo per la loro incolumità“. Infine precisa: “Per inciso, sono cittadini italiani senza alcuna simpatia verso gruppi che incitano a comportamenti d’odio. Al contrario, sono impegnati insieme a persone di varia nazionalità (anche ebree) per combattere ogni forma di discriminazione e violenza”.
Sulla vicenda indagano la Digos e la Procura di Milano. Al vaglio i filmati delle telecamere dell’autogrill e le testimonianze raccolte.
