Picchia figlia e moglie: “Sei grassa! Sei brutta!”. Arrestato 61enne nel Napoletano
Set 17, 2025 - Redazione Vesuviolive
“Sei grassa! Sei brutta!”, ha urlato alla figlia prima di colpirla con violenza. Sono le parole che hanno preceduto l’ennesima aggressione di un 61enne di Varcaturo, arrestato dai carabinieri per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate ai danni della moglie e della figlia. Le due donne, di 57 e 31 anni, hanno riportato ferite per un totale di 84 giorni di prognosi.
La richiesta di aiuto è arrivata poco dopo le 8 del mattino, quando la figlia, in lacrime, ha chiamato il 112 implorando i militari di intervenire. “Mio padre ci ha picchiato selvaggiamente. Mi sono chiusa in camera ma vuole sfondare la porta per finire quello che ha iniziato. Venite subito!”, ha detto al telefono.
Giunti sul posto, i carabinieri hanno trovato sangue sul pavimento e sull’interruttore della luce, una porta divelta e le urla disperate provenienti dall’interno. Alla vista dei militari, la 31enne è uscita dalla stanza: “Aiutatemi, vi prego”, ha gridato con il volto tumefatto, il naso sanguinante e la maglietta intrisa di sangue. La madre, visibilmente scossa, ha raccontato tra i singhiozzi: “Non è la prima volta, ci picchia e ci insulta da anni. Ma non abbiamo mai avuto la forza di denunciarlo”.
Dalle indagini è emerso infatti un quadro di violenze domestiche che si protraeva da tempo. Nello smartphone della figlia i carabinieri hanno trovato foto e video che documentano aggressioni precedenti, compreso un episodio in cui l’uomo avrebbe addirittura “strappato il cuoio capelluto” alla moglie invalida.
Secondo la ricostruzione, l’ultimo episodio è nato da un banale diverbio. Le due donne gli avevano suggerito di andare a lavoro per allontanarlo da casa, ma lui ha reagito insultando la figlia: “Ho il porco a ingrassare in casa!”, prima di aggredirla fisicamente.
Il 61enne è stato arrestato e condotto in caserma, mentre le vittime sono state trasferite all’ospedale di Pozzuoli, dove i medici hanno stabilito per entrambe una prognosi di 42 giorni.
Un incubo durato anni che, grazie al coraggio di una telefonata, ha trovato finalmente un punto di svolta.
