In aula con abiti sexy, il Tribunale di Nola vieta l’ingresso: “Sembra il mercato del pesce”

Immagine di repertorio


Il Tribunale di Nola chiude le porte a chi non sia vestito in una maniera che definisce “dignitosa”. Il presidente facente funzioni, Vincenza Barbalucca, ha infatti disposto il “divieto assoluto di ingresso nel palazzo di giustizia e nelle aule d’udienza in abiti succinti e non consoni al decoro dell’ufficio”, con il divieto accessorio di utilizzare gli smartphone per effettuare riprese che non siano state espressamente consentite.

Il Tribunale di Nola chiude le porte a chi non è vestito “decorosamente”

Il centro della questione è evidentemente l’abbigliamento utilizzato, dagli avvocati come dai testimoni e dalle parti dei processi, nel presentarsi in Tribunale. Abiti succinti ed in qualche caso provocanti, zoccoli, pantaloncini e quant’altro, un modo di vestire fin troppo informale o mondano.

“Ormai il tribunale, nel periodo estivo, sembra quasi un mercato del pesce in cui ognuno indossa quello che gli fa più comodo. Ma non è così” – queste le parole dell’avvocato Claudia Ardolino, riportate dall’agenzia Ansa, con le quali esprime il proprio pieno assenso al provvedimento del presidente Barbalucca.

Il sostegno degli avvocati

Concorde anche la maggior parte degli avvocati, tra i quali si registra tuttavia qualche dissenso. “Il provvedimento del presidente – prosegue Ardolino – non limita la libertà di nessuno, ma instilla il senso del rispetto che si deve avere quando si entra in un luogo così importante come il Tribunale. Chiunque, siano essi avvocati, imputati, consulenti, testimoni, quando entra nel palazzo del giustizia deve indossare vestiti decorosi: tutti a mio avviso dovrebbero venire in giacca e cravatta, e le donne in abiti dignitosi”.

Anche Arcangelo Urraro, vice-presidente dell’ordine degli avvocati di Nola, dà sostegno all’iniziativa del Tribunale: “Assolutamente d’accordo – afferma Urraro – Si sono effettivamente verificati casi di persone presentatesi in tribunale con abbigliamento che ha generato imbarazzo. È giusto che si seguano norme di decoro, bene ha fatto il presidente, anche se il provvedimento riguarda soprattutto le parti e i consulenti”.


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