Controlli ambientali nel vesuviano, sigilli a due autolavaggi e un’officina: sversavano nelle fogne
Ott 10, 2025 - Giuseppe Mennella
Due attività di autolavaggio e un’officina meccanica chiuse dopo un controllo dei Carabinieri: sono i risultati dei controlli ambientali effettuati a Cercola e San Sebastiano al Vesuvio.
Controlli per la tutela dell’ambiente: sigilli ad autolavaggi ed officina
Controlli serrati alle pendici del Vesuvio da parte dei Carabinieri della Tenenza di Cercola, in collaborazione con i militari forestali del Nucleo di Napoli e del Nucleo Parco di San Sebastiano al Vesuvio.
Nel corso di una vasta operazione di monitoraggio ambientale, i militari hanno effettuato verifiche su tre attività commerciali — due autolavaggi e un’officina meccanica — situate tra Cercola e Pollena Trocchia.
L’esito dei controlli ha portato alla denuncia di tre operai, ritenuti responsabili di scarico non autorizzato di acque reflue industriali e di gestione illecita di rifiuti speciali.
Scarichi non trattati direttamente in fogna
Le indagini avrebbero evidenziato che gli scarichi provenienti dalle lavorazioni meccaniche e dal lavaggio dei veicoli finivano direttamente nella rete fognaria o nel suolo, senza il necessario trattamento di depurazione previsto dalla legge.
Per i tre imprenditori titolari delle attività è scattata anche una sanzione amministrativa di 7.833 euro ciascuno, oltre al sequestro preventivo delle strutture.
I sigilli sono stati apposti sia agli impianti di lavaggio che ai sistemi di raccolta dei rifiuti, risultati non conformi alle norme ambientali.
Stretta sull’ambiente, controlli nel vesuviano
Si tratta di un intervento che rientra nel più ampio piano di controlli predisposto nell’area vesuviana, territorio ad alta densità abitativa ma anche particolarmente fragile dal punto di vista ambientale, dove la presenza di piccole attività artigianali e industriali può generare impatti significativi se non gestita correttamente.
Le acque reflue provenienti da officine e autolavaggi, infatti, contengono sostanze inquinanti come oli minerali, detergenti, metalli pesanti e residui di carburante: elementi che, se non trattati, possono contaminare terreni e falde acquifere, compromettendo la qualità dell’ambiente e la salute pubblica.
Piccole attività, grandi danni
I carabinieri forestali hanno ribadito l’importanza di rispettare le procedure di smaltimento e trattamento previste dalla normativa, ricordando che la tutela del territorio vesuviano passa anche attraverso il controllo delle attività produttive di piccola scala, spesso sottovalutate ma potenzialmente dannose.
Le indagini proseguiranno per verificare eventuali ulteriori responsabilità e l’estensione dell’inquinamento ambientale nell’area.
