Ecobat, per il caro energia si ferma la produzione dello stabilimento di Marcianise


Si ferma la produzione dell’Ecobat, leader mondiale della produzione di piombo, nello stabilimento di Marcianise in provincia di Caserta. Questa è solo la prima di importanti ripercussioni per quanto riguarda il caro energia sul nostro paese. Dal 1 ottobre ci sarà un fermo produttivo causato dall’insostenibile aumento del gas.

Aumento del gas, si ferma la produzione dell’Ecobat di Marcianise

Se persino un colosso come l’Ecobat ha alzato bandiera bianca, c’è da preoccuparsi. L’azienda infatti produce beni essenziali come le batterie utilizzate nei veicoli, i sistemi di alimentazione di backup che supportano ospedali e data center e ha sedi in tutto il mondo. A diffondere la notizia è la Fiom Caserta che in un comunicato spiega le ragioni del colosso di fermare la produzione a Marcianise:

Ecobat ha deciso di sospendere la produzione di piombo in Italia per cui lo stabilimento di Marcianise si fermerà dal 1 ottobre. Il motivo del fermo produttivo viene addebitato al crescente e insostenibile aumento del gas. Nell’ email che anticipa la decisione di fermare la produzione di piombo viene specificato che “a causa dell’ambiente commerciale senza precedenti in Italia, Ecobat subirebbe perdite finanziarie sostanziali se continuasse la produzione di piombo”. La notizia è stata appresa ieri da un email inviata dall’azienda ai lavoratori e che lascia intendere un prossimo ricorso agli ammortizzatoti sociali.

La Ecobat era una delle poche aziende del territorio che fino ad oggi non aveva nessun problema di produzione e di commesse, (neanche in piena pandemia). Per Fiom e Fim la preoccupazione vera è che questa situazione rappresenti un primo campanello di allarme e senza un intervento immediato potrebbe coinvolgere anche altre aziende del territorio.

Se la nostra legittima preoccupazione dovesse avverarsi saremmo di fronte a un colpo mortale per quel che rimane del tessuto industriale di Caserta che da anni subisce una crisi drammatica per niente mitigata dai progetti di reindustrializzazione come invece veniva dichiarato dalle istituzioni nazionali e territoriali“.

La richiesta congiunta di Fiom e Fim

Le organizzazioni sindacali fanno un appello al governo:

Per Fiom e Fim non c’è tempo da perdere, è necessario un immediato intervento del Governo Draghi, senza aspettare il nuovo esecutivo che dovrebbe uscire dalle prossime elezioni, per calmierare il costo energetico ed evitare ulteriori problemi industriali ed occupazionali che ricadrebbero inevitabilmente sulla pelle dei lavorati che già stanno subendo gli effetti nefasti dell’aumento dell’inflazione“.


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