Ercolano, sfida sul Referendum: Buonajuto difende il No, ma c’è chi dice sì e non sono pochi
Mag 28, 2025 - Emilio Caserta
Tra i vicoli che scendono verso il mare e l’ombra millenaria degli Scavi, a Ercolano prende corpo un confronto politico che va oltre i simboli e i partiti. In vista del referendum dell’8 e 9 giugno, anche la città ercolanese diventa un centro importante di dibattito nazionale, anche per la posizione – tutt’altro che neutrale – assunta dal suo primo cittadino, Ciro Buonajuto, esponente di spicco di Italia Viva e tra i pochi sindaci “renziani” in Italia.
Ercolano: sfida sul terreno del Referendum
Buonajuto ha scelto una linea chiara, portando la sua voce anche nei dibattiti televisivi nazionali. Attraverso un intervento sulla Rai ha lanciato un messaggio diretto ai giovani:
“Invito tutti i giovani a votare NO, ma lasciando da parte l’ideologia. Dobbiamo scontrarci con la realtà. Il loro futuro passa attraverso la flessibilità, non la rigidità del mercato del lavoro“. Una posizione netta, che affonda le radici nel modello riformista di marca renziana e che difende, di fatto, alcune delle riforme più contestate dell’ultimo decennio, come il Jobs Act. Dichiarazioni che hanno però avuto un effetto boomerang sul territorio: invece di affievolire il fronte opposto, lo hanno reso più compatto e visibile.
A pochi giorni dall’appuntamento con le urne, Ercolano si sta dimostrando una città tutt’altro che passiva. Il “Comitato Referendario per i 5 SÌ” è nato a inizio maggio proprio con l’intento di superare gli steccati ideologici, puntando su una mobilitazione civica fondata sui contenuti. E intorno a questo comitato si è mossa una pluralità di forze: Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, oltre a singoli cittadini e realtà associative.
Le date parlano chiaro: il 18 maggio la prima iniziativa pubblica, promossa da AVS; il 24 il Comitato; il 25 il M5S; il 26 il Pd. E il 29, nella storica sede della Casa del Popolo, sarà la volta di Antonio “Tonino” Liberti, presidente dell’associazione e volto storico dell’attivismo politico cittadino. “Il mercato non può piegare il lavoratore – spiega Liberti -. Ercolano dimostra di essere viva quando si parla di temi e non di partiti. Sosteniamo il SÌ convintamente, senza interessi di parte. Il nostro primo avversario è il quorum, ma siamo felici che almeno sul tema della partecipazione il sindaco si sia espresso”.
Ma è nel merito che il confronto si fa più acceso: “Accostare la flessibilità del mercato alla flessibilità del lavoratore è un errore concettuale. Il lavoratore non è una merce da piegare alle regole del mercato, ma un soggetto che deve avere opportunità, sicurezza e dignità. Flessibilità, sì – ma scelta, non subita. Oggi troppi giovani sono ricattati da salari bassi, insicurezza contrattuale e precariato strutturale. Questo non è progresso, è regressione”.
Ercolano sembra quindi un laboratorio politico in cui il confronto avviene a viso aperto, e che potrebbe rappresentare un’anticipazione delle dinamiche future del centro-sinistra. L’8 e 9 giugno si voterà, ma il verdetto politico, almeno a Ercolano, potrebbe arrivare già prima.