Davide Bifolco, il carabiniere condannato a 4 anni: ecco il motivo


Ha ucciso per errore, l’appuntato dei carabinieri Gianni Macchiarolo non voleva ammazzare il 17enne Davide Bifolco, né ferirlo. Il colpo è partito accidentalmente“. Sono queste le parole usate dal giudice Ludovica Mancini nelle motivazioni della sentenza con la quale il militare è stato condannato alla pena di 4 anni e 4 mesi per omicidio colposo. Erano le 2 del mattino del 5 settembre 2014 quando Davide Bifolco, giovane del Rione Traiano, fu ucciso dal carabiniere. Il proiettile, si legge nella sentenza, partì in maniera “improvvisa, sicuramente non voluta. Ma nulla è stato fatto da Macchiarolo affinché l’esplosione del colpo venisse evitato, “a causa di grave imprudenza, negligenza e imperizia“.

Inoltre, si legge nella sentenza che, da parte del militare, c’è stata la “violazione dell’obbligo di sicura padronanza e adeguata capacità di impiego delle armi” consistita “nel mancato inserimento della sicura alla pistola“. Dalla ricostruzione fatta dell’omicidio, secondo il giudice non esiste alcun tipo di intenzionalità da parte dell’imputato, il quale “si è verosimilmente sbilanciato, forse inciampando nel marciapiede, così perdendo l’equilibrio e operando una involontaria pressione del grilletto“. Intanto, il legale di Macchiarolo promette battaglia: “E’ inaudito non aver concesso le attenuanti generiche. Una pena così elevata rischia di costituire un pericoloso messaggio per tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine che in strada garantiscono la sicurezza dei cittadini“.


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