Prostituzione a Napoli: 200 ragazze in strada. Ecco quanto guadagna la camorra
Ott 25, 2016 - Federica Barbi
Rossetto, trucco pesante, qualche gesto per ammiccare. Siamo a Napoli, siamo in strada. Ragazze minorenni costrette a giocare “a fare le grandi”. Ma questo gioco, è la vita. La loro vita. Non è una gara a chi si dimostra più donna. Alla fine della serata, o della nottata, non si contano le soddisfazioni ma gli uomini, e già la parola uomini cozza forte con minorenni, figuriamoci il contesto che fa da cornice.
Siamo a Napoli, dicevamo, e un’inchiesta condotta da Il Corriere del Mezzogiorno nel mondo della prostituzione rivela strade e luoghi a luci rosse, dove l’età e la nazionalità restano solo sulla carta d’identità, o al massimo servono come parametri per fissare le tariffe: 50 euro per le donne dell’Est, solo 20 per quelle africane.
A Napoli sono centinaia le ragazze che si prostituiscono. Circa 200, secondo le associazioni che si occupano di prostituzione. Ma il numero sale se ci si allarga in provincia e sul litorale Domitio: in questo caso si arriva addirittura a mille.
Il dramma è che molte di queste ragazze sono minorenni, spesso rom, in cerca di un’entrata in più per mangiare. Di notte ma anche di mattina, lo ‘spettacolo’ va in scena continuamente. Anche sotto gli occhi di polizia e carabinieri, che effettuano ronde sporadiche ma praticamente inutili ai fini del fenomeno dilagante.
Le schiave del sesso coprono molte zone della città: Corso Meridionale, via Argine, via del Macello, via Imparato, via Gianturco e molte altre. Lo scenario è sempre lo stesso, le interpreti sempre di più.
C’è chi si apparta in auto, chi in hotel, chi, come succede in via Galileo Ferraris, nei ‘parchi dell’amore’. 18 box, ciascuno pronto per essere affittato a 5 euro per 2 ore. La sera è un via vai di auto, a fine mese i conti sorridono: migliaia di euro, in tasca di chi, secondo voi? Dei clan, ovviamente. Le donne dell’Est (le ‘preferite’) hanno un cellulare in dotazione e avvisano chi di dovere ogni volta che ‘conquistano’ un cliente, e su 50 euro che guadagnano, 20 li danno al clan; le donne africane, le più disperate, per cui la tariffa non è di 50 ma di 20 euro, spesso totalmente ceduti alle organizzazioni che le sfruttano.
Storie vecchie, ma sempre nuove. Storie a volte troppo giovani, drammi che si consumano ogni giorno nell’indifferenza e anche nella consapevolezza generale, di chi sa ma non si muove. Storie di ragazze che ieri erano bimbe e oggi, purtroppo, si ritrovano già donne.