Emergenza rifiuti. Il numero dei siti di stoccaggio sarà inferiore alle previsioni

Immagine di repertorio


Ancora una volta emergenza rifiuti in Campania. Il numero dei siti di stoccaggio, in vista della chiusura dell’inceneritore dal 31 settembre al 10 ottobre ad Acerra, sarà inferiore alle previsioni. Quest’oggi viene riunita la conferenza dei servizi per distribuire 75 mila di tonnellate che saranno prodotte a settembre in Campania. mentre il termovalorizzatore si ferma.  Alle 11, 30 il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavita darà nuove notizie sul piano di emergenza in vista dello stop dell’inceneritore.

Napoli, Caivano, Casalduni e Marigliano erano i tre siti pensati per lo stoccaggio nella provincia di Napoli. Ma, l’obbiettivo è aumentare la velocità degli stir, cioè gli impianti intermedi dove arriva l’immondizia raccolta dalle strade per essere smaltita. Più veloci sono gli stir, infatti meno siti di stoccaggio servono. Ciò può essere messo in atto, attraverso l’esito positivo delle gare in campo da Sapna, Regione e A2a per mandare le balle fuori regione. Ieri, il consiglio provinciale di Benevento ha detto no all’utilizzo di Casalduni. “Non abbiamo alcuna intenzione di accettare le 20 mila tonnellate che ci vuole inviare la Sapna. Il problema è che la Regione deve affrontare un tavolo di concertazione con la Provincia per far ripartire il ciclo dei rifiuti nel Sannio”, fa sapere il presidente della Provincia Antonio Di Maria, come riporta La Repubblica.

“La Regione –  ha continuato DiMaria – ci deve mettere in condizione di calmierare i prezzi dei conferimenti sopportati dai Comuni per l’indifferenziato e per l’umido. Deve rimuovere le ecoballe da Toppa Infuocata; deve svolgere un piano industriale per i lavoratori della Samte in crisi. Noi abbiamo bisogno di una strategia regionale chiara e precisa per la questione della bonifica delle discariche post mortem quale ad esempio quella di Montesarchio”.  

Nel corso del consiglio di ieri, a Palazzo Santa Lucia, si è saputo che la raccolta dell’umido è chiesta ai Comuni ad una cifra molto alta, “poiché il Sannio realizza l’80 per cento di differenziata, se ne deduce che non conviene fare la raccolta differenziata”.


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