Pacchi alimentari in cambio di voti, il consigliere smentisce: “Offesa la mia dignità”


Napoli – Nei giorni scorsi è circolata sui social una grave accusa, rivolta (pur senza nominarlo esplicitamente) al consigliere Amleto De Vito del gruppo La Città. Costui era stato accusato di aver consegnato dei pacchi alimentari ad alcune famiglie di Chiaiano, aventi all’interno dei santini di candidati alle elezioni regionali da egli supportati. Tutto questo a pochi giorni dalle elezioni, da qui l’accusa mossa di voto di scambio.

Amleto De Vito respinge ogni tipo di accusa con un comunicato inviato agli organi di stampa, che pubblichiamo integralmente:

“A seguito dalle accuse ricevute da mezzo social e stampa, ho ritenuto opportuno trasmettere questo comunicato per raccontare le versioni reali dei fatti.

“Giorno 15 settembre verso le ore 20:00, finivo gli impegni lavorativi per continuare con le attività sociali e associativa che nasce, come ben noto anche attraverso i miei profili ufficiali da marzo 2020, per stare vicino famiglie con difficoltà economiche e lavorative a causa del lockdown, conoscendo le situazioni precarie di alcune famiglie e le richieste avanzate da parte delle stesse in maniera privata, ricevute già nei mesi scorsi, ho voluto testimoniare la mia vicinanza consegnando personalmente semplici beni di prima necessità dal valore puramente simbolico, con l’aiuto di alcuni volontari e alcune associazioni.

Le famiglie hanno accettato con grande entusiasmo e gradevolezza il gentile dono come era già avvenuto nei mesi scorsi. Dopo aver scambiato due chiacchiere, stesso per strada, mi sono allontanato per recarmi ad una festa, nel corso della serata ho appreso un post su facebook che attaccava un gesto di beneficenza fatto da “Un giovane laureato attivo in politica a Chiaiano da parte di un personaggio politico di altra fazione”.

“Ovviamente ci tengo a precisare che essendo schierato pubblicamente a sostegno di una lista regionale e di due candidati alla regione, è facile associare la mia figura ad uno schieramento politico per strumentalizzare qualsiasi azione, per esprimere il dolore e il dispiacere di questo vile attacco che mette in secondo piano la dignità e la riservatezza di due famiglie e che rende qualsiasi richiesta di aiuto e di supporto non più sostenibile per possibili attacchi futuri.

Da premettere che non sono candidato, ma vengo lo stesso accusato indirettamente di un grave reato che offende la mia persona e la dignità della mia famiglia che ha sempre agito secondo etica e valori cristiani come ben noto a tutte le persone che ci conoscono. Mi auguro che ci sia una rettifica alle accuse rivolte in quanto è possibile che sia un semplice errore di comunicazione o interpretativo che rende però complicata la mia posizione e quella di un gruppo che sta lottando per portare al centro del dibattito il ruolo delle periferie e dei giovani dei nostri territori”.


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