Orsini sui napoletani: “Moralmente inferiori ma più intelligenti degli altri italiani”


Nei giorni scorsi hanno fatto molto discutere alcune opinioni di Alessandro Orsini, professore ordinario di sociologia del terrorismo all’Università Luiss di Roma, che più volte ha detto la sua sul conflitto tra Russia e Ucraina. Un pensiero che è stato spesso frainteso e tacciato per essere filo Putin e che ha portato la Rai a cancellare un suo contratto ma comunque a ospitarlo in molte puntate.

ORSINI PARLA DEI NAPOLETANI: “MORALMENTE INFERIORI”

Il professore non si è mai tirato indietro e nonostante una campagna mediatica condotta contro di lui, ha sempre espresso le sue idee. In tanti sono andati a spulciare il suo profilo Facebook nel quale emerge anche l’idea che ha di Napoli, sua città natale. Orsini infatti è nato nel capoluogo partenopeo ma cresciuto a Latina e definisce i napoletani moralmente inferiori ma intellettualmente superiori (post di novembre 2020 in cui appoggia anche Vittorio Feltri). Il professore però ha sempre sottolineato come amasse Napoli.

Dovete sapere che ho dei pregiudizi al contrario. Penso infatti che i napoletani siano persone mediamente più intelligenti degli altri italiani. Penso infatti che Napoli sia una città moralmente inferiore e intellettualmente superiore. Chiedendo perdono per il mio razzismo al contrario, di cui mi vergogno moltissimo, penso che i napoletani siano più intelligenti degli altri italiani per due ragioni principali. La prima è che, come si dice a Napoli, i napoletani stanno inguaiati, nel senso che sono pieni di delinquenza, e questo aguzza il loro ingegno. Napoletani che dormono in piedi esistono, ma le probabilità che presto arrivi un pugno in faccia a svegliarli sono alte. La seconda ragione è che i napoletani, sempre perché stanno inguaiati, tendono a essere molto poco ideologici e anche questo aguzza l’intelligenza giacché le ideologie sono gabbie per l’intelligenza. Siccome contengono molti divieti morali e imperativi etici, chiudono tante prospettive. Ovviamente non posseggo alcuna prova scientifica della presunta superiorità dei napoletani ed è per questo che mi vergogno molto. Non mi vergogno perché penso che i napoletani siano superiori agli altri italiani, ma perché non riesco a dimostrarlo scientificamente.

I MOTIVI DELLE SUE PAROLE

Andando più indietro (a marzo 2020), Orsini spiega i motivi per cui Napoli è una città moralmente inferiore prendendo come caso la storia di Ugo Russo, 15enne ucciso da un carabiniere durante una rapina finita male:

Napoli è una città inferiore per molte ragioni morali. Mi limito a indicarne quattro per motivi di sintesi. La prima ragione è che l’omicidio del 15enne non ha provocato un’insurrezione popolare contro la micro-criminalità. I napoletani sono assuefatti a questi fatti. È accaduto, accadrà di nuovo e i napoletani non daranno vita a una rivolta per una vita civile migliore. La seconda ragione, che trova conferma in alcuni commenti qui sotto, è che un adolescente impara che non si esce di casa indossando oggetti di valore. Derubato, gli viene detto: “Sciocco, che cosa ti aspettavi?”. Dunque, la routine che riproduce la società napoletana è fondata sull’idea della normalità della criminalità. La conseguenza, che corrisponde alla terza ragione, è che molti furti e micro-aggressioni non vengono nemmeno denunciati ai carabinieri perché: “Sporgere denuncia è tempo perso”. La quarta ragione è che la coscienza morale dei napoletani, come emerge anche dai commenti su questa bacheca, è divisa: alcuni sono contro il carabiniere, che avrebbe addirittura sbagliato a girare a Napoli con un orologio costoso; altri sono contro il 15enne. A Siena, che è una città moralmente superiore a Napoli, quasi nessuno si schiererebbe dalla parte del 15enne perché la coscienza collettiva è molto più coesa intorno alla definizione pubblica di ciò che è superiore e ciò che è inferiore. La conseguenza è che, a Siena, i confini morali tra il bene e il male sono molto più marcati“.

Il professore poi ha specificato in un post sul suo profilo di amare la città e che le sue parole fanno parte di un’idea più ampia su Napoli:

So anche che molti stanno frugando nei miei post Facebook più antichi. Vi prego di frugare bene e di non tagliare o selezionare strumentalmente soltanto ciò che è comodo per attaccarmi. Ad esempio, i miei post su Napoli sono numerosi, ma tutti conducono alla stessa conclusione: amo profondamente la mia città e sono super-fiero di essere napoletano e, più in generale, di essere meridionale“.


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