Omofobia a Milano: la storia e la testimonianza di Mirko Nappo, giovane napoletano coraggioso


Nel 2023 ci troviamo ancora a dover combattere e stigmatizzare con forza episodi di omofobia. Una piaga sociale di cui francamente non se ne può più, come non si può più accettare situazioni come quella che ha vissuto Mirko Nappo, ragazzo napoletano trasferitosi meno di due anni fa a Milano, dove lavora attualmente come parrucchiere. Il giovane di 25 anni è stato incolpevole bersaglio di una serie di insulti e minacce virtuali e fisiche. Ha addirittura ricevuto un bigliettino anonimo lasciatogli vilmente fuori la porta di casa, con una scritta arabo dal significato inequivocabile: “Frocio”.

L’ha scoperto utilizzando un traduttore online, Mirko, il senso di quelle incomprensibili lettere. Il primo messaggio ricevuto, sempre nella stessa lingua, ricevuto via WhatsApp da un numero sconosciuto, riportava l’inquietante allegato di una foto del destinatario con il muso di un maiale, e recitava così: “Noi sappiamo la verità. Il tuo essere omosessuale è un abominio per noi, il trono di Dio trema. Sarà fatta giustizia per te ed il tuo ragazzo. Non c’è spazio per voi nel regno di Dio. Dio è grande“.

La vittima, che credeva inizialmente si trattasse semplicemente di uno scherzo di pessimo gusto, ha dovuto prendere consapevolezza di quello che gli stava accadendo giorno dopo giorno, ma con grande forza e coraggio ha deciso di denunciare il tutto.

Il biglietto trovato sotto la porta da Mirko Nappo

Il biglietto trovato sotto la porta da Mirko Nappo

La testimonianza di Mirko Nappo

“Tutto è cominciato venerdì sera al ritorno di lavoro. Mi è arrivato questo messaggio. Erano frasi intimidatorie e molto minacciose. Fin quando era un messaggio per telefono ho pensato si potesse trattare di uno scherzo, di pessimo gusto certo, ma pur sempre uno scherzo. Ho iniziato a preoccuparmi seriamente domenica notte, al mio ritorno a casa. Ho trovato un foglio sotto la porta di casa. Pensavo si trattasse di qualche comunicazione, magari del condominio. Con grande sorpresa e paura invece ho visto, di nuovo, quella scritta in arabo”.

“Lì mi sono pietrificato, ero terrorizzato. La mia paura più grande è che chi mi sta facendo tutto questo sa, evidentemente, bene dove abito. Il che è molto strano dato che sono di Napoli e vivo qui a Milano da solo un anno e mezzo. Inoltre il mio parco è davvero grande, ci sono tante palazzine. Mi spaventa il fatto che ci sono solo due soluzioni. La prima è che chi mi sta minacciando mi conosce molto bene e la seconda è che di chiunque si tratti, sta prendendo informazioni su di me.

Il giorno successivo, il lunedì, mi sono subito recato in polizia per sporgere denuncia. Purtroppo mi hanno riferito che non essendo sicuri dell’origine di questi messaggi, devono svolgere delle indagini. Mi hanno consigliato di non restare da solo a casa. Così da una settimana sto girovagando da casa in casa dai miei amici. Ho paura che questa persona, o addirittura un gruppo, possa farmi del male. Sto mantenendo un profilo molto basso, anche sui social. Ciò che più mi fa rabbia è che questi episodi si verifichino ancora nel 2023. Questo significa che il paese non ti tutela e devi aver paura di restare in casa tua”.

Un invito a non avere paura, a denunciare ed a combattere con forza questi atteggiamenti, quello di Mirko. Perché non ci siano più episodi di questo tipo, che intimoriscono ed inquietano persone spesso troppo impaurite per raccontare e per farsi aiutare. È anche e soprattutto per loro che Mirko ha deciso di combattere. Giovane, Napoletano, coraggioso. Siamo con te.


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