I Quartieri Spagnoli dicono No a Gomorra. “Noi qui non vi vogliamo”
Mar 07, 2025 - Emilio Caserta
I Quartieri Spagnoli contro Gomorra
La città di Napoli è al centro di una crescente mobilitazione contro le riprese della nuova serie televisiva “Gomorra – Le Origini”. Nei Quartieri Spagnoli, residenti e commercianti hanno espresso il loro dissenso verso una produzione che, a loro avviso, perpetua stereotipi negativi sulla città.
I Quartieri Spagnoli contro Gomorra, l’iniziativa
Max Grillo, gestore della pagina Facebook “Figli del Sud Popolo Sovrano”, ha affisso striscioni con messaggi come: “Ciak si gira, sempre Napoli di mira” e “Speculative riprese, imperdonabili offese”. In un video diffuso online, Grillo ha dichiarato: “Noi qua non vi vogliamo, ci abbiamo impiegato tanti anni per portare un po’ di cultura in questa zona. I ragazzi devono andare a scuola, non fare i casting per Gomorra. Caro Saviano, vai a guadagnare i tuoi soldi da un’altra parte”.
La consigliera regionale indipendente, Marì Muscarà, ha espresso il suo sostegno alle proteste, seppur sempre pacifiche, sottolineando come sia “inaccettabile che la serie TV Gomorra torni a girare nei Quartieri Spagnoli e in altre zone della città, alimentando un immaginario distorto e dannoso per Napoli e per i suoi cittadini”. Muscarà ha inoltre criticato la ricerca di giovani tra i 14 e i 17 anni per le comparse, ritenendola un “segnale gravissimo” che rischia di inviare “il messaggio sbagliato ai nostri giovani”.
Anche l’Associazione Culturale Neoborbonica, attraverso il presidente Gennaro De Crescenzo, ha manifestato il proprio dissenso, affermando che tali produzioni “alimentano stereotipi pericolosi e restituiscono al mondo una visione distorta della realtà napoletana”. De Crescenzo ha aggiunto che questa narrazione “ha conseguenze reali: allontana investitori, danneggia il turismo e soprattutto rischia di condizionare intere generazioni”.
Le proteste attuali non rappresentano un caso isolato. Già nel 2015, durante le riprese della seconda stagione di “Gomorra”, ci furono manifestazioni a Scampia, con amministrazioni locali che rifiutarono le riprese ritenendo la serie “diseducativa” e accusandola di esaltare “il ruolo dei ‘cattivi’, generando emulazioni tra bande di ragazzini sbandati”.
La nuova serie, prodotta da Sky Studios e Cattleya, è ambientata negli anni ’70 e racconta la nascita e l’ascesa del boss don Pietro Savastano. Tuttavia, la crescente opposizione delle comunità locali solleva interrogativi sull’opportunità di continuare a utilizzare Napoli come sfondo per narrazioni incentrate sulla criminalità, a scapito delle molteplici altre storie che la città ha da offrire.
Le istituzioni locali sono ora chiamate a confrontarsi con le istanze dei cittadini, valutando se concedere i permessi necessari per le riprese e considerando l’impatto culturale e sociale di tali produzioni sulla percezione e sul futuro di Napoli.