Da Corso Garibaldi a Strada Marina: riscatto e identità per la zona porto di Torre del Greco

Corso Garibaldi a Torre del Greco potrebbe chiamarsi Strada Marina: l'idea di un'associazione locale


Le luminarie di Corso Garibaldi a Torre del Greco, installate dall’Associazione Sviluppo Area Porto per onorare il Calcio Napoli campione d’Italia, si aprono con la scritta Strada Marina: un richiamo al nome storico della via che taglia la zona mare.

Corso Garibaldi a Torre del Greco, com’è nata la strada che attraversa la zona mare

Le parole del coro partenopeo “Un giorno all’improvviso” illuminano tutta la strada che dalla Spiaggia del Fronte, meglio nota come “‘ncopp’ ‘a banchina, porta in Largo Gabella del Pesce. E’ l’iniziativa dell’Associazione Sviluppo Area Porto presieduta da Carlo Esposito che ha visto il contributo di tutti i commercianti della zona ed il plauso del sindaco Luigi Mennella. Ma che l’intenzione non sia soltanto quella di celebrare un primato sportivo lo si intuisce all’inizio della salita che porta sul corso: la prima luminaria reca infatti la scritta Strada Marina.

Una nomenclatura che affonda il suo significato nella storia di Torre del Greco, plasmata dalle eruzioni del Vesuvio. Siamo nel 1631 quando l’ennesima colata lavica allontana la linea di costa preesistente, che coincideva con l’attuale strapiombo di Palazzo Baronale e continuava in corrispondenza dell’attuale via Comizi, la zona che oggi è nota come “‘ncopp’a’ripa“, proprio perché lì c’era la riva del mare.

eruzione vesuvio

L’eruzione del Vesuvio del 1631

La colata di magma, dopo i drammi dell’eruzione, portò alla città nuovi metri di terra su cui si sviluppò il quartiere del porto, che nelle consuetudini torresi fu subito denominato “abbasciammare“, ovvero “giù al mare”. E la strada ai tempi più prossima alla costa fu appunto denominata ufficialmente Strada Marina. Soltanto alla fine dell’800, con la morte di Garibaldi, artefice in armi della recente unità d’Italia, fu imposto alla strada il nome dell’eroe dei due mondi.

Il quartiere è cambiato tanto nel corso dei decenni: un tempo roccaforte dei clan, oggi è in piena rinascita, tanto da essere divenuto un centro pulsante della movida corallina. Ma il nome è rimasto lo stesso, Corso Garibaldi, rinominato come accadde a tante strade del neonato stato italiano, ad imporre il culto del generale “liberatore”.

Garibaldi, eroe o sanguinario conquistatore? La Strada Marina potrebbe tornare al suo nome storico

Un personaggio controverso, protagonista di una stagione spesso raccontata soltanto con la voce di un nord vincitore già dai libri di scuola. Un personaggio sul quale, in tempi più recenti, si è riaperto un forte dibattito da parte di movimenti identitari e pensatori controcorrente che accendono la luce sui primati di Napoli Capitale e sulla posizione di rilevanza anche internazionale di cui Napoli ed il Sud godevano in epoca preunitaria, sotto il regno borbonico. Eroe e condottiero o sanguinario conquistatore al soldo di casa Savoia?

In ogni caso, il nome di Giuseppe Garibaldi è scritto tra quelli dei padri fondatori dell’Italia. Ma l’Associazione Sviluppo Area Porto ha mosso i primi passi per destituire, almeno dalle tabelle toponomastiche torresi, il nome del generale risorgimentale nato a Nizza. L’idea è quella di riportare la via al suo nome originario: Strada Marina, come attualmente recita la scritta a led.

Per il momento stiamo solo richiedendo informazioni su come fare” – spiega Carlo Esposito, presidente dell’Associazione – “servirà sicuramente una raccolta firme. E poi il benestare del prefetto, poiché si tratta di togliere dalla strada il nome di un personaggio storico per la nazione“. D’altra parte, come spiega lo stesso Esposito, l’idea non è affatto impossibile da realizzare, visto che la città di Torre del Greco ha omaggiato Garibaldi anche con una statua in una delle piazze principali, ovvero Piazza Luigi Palomba.

Per il momento si tratta di un’idea, attendiamo che si insedi il nuovo dirigente per poter dare il via alle procedure burocratiche ufficiali“. Una piccola battaglia identitaria, quella portata avanti dall’associazione torrese, che potrebbe fare da apripista per altre città meridionali delle quali le esigenze postunitarie hanno inquinato l’identità storica.

 


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