INCHIESTA/ Pulmini, viaggio con la telecamera nascosta. Nessuno va in periferia: “Usate il treno”
Apr 23, 2024 - Giuseppe Mennella
Prosegue l’inchiesta di VesuvioLive.it sui “pulmini” e sul trasporto pubblico locale a Torre del Greco, in generale: dopo le numerose testimonianze di disagi da parte dei cittadini abbiamo deciso di sperimentare il servizio in prima persona.
Taxi collettivi, esperienza diretta: su 15 pulmini, nessuno va a Leopardi
Come San Tommaso volle toccare con mano per credere a quanto gli raccontavano sulla resurrezione di Cristo, anche noi abbiamo scelto di fare l’esperienza diretta di viaggiare a Torre del Greco utilizzando i mezzi pubblici: lo scopo era quello di verificare le testimonianze dei tantissimi cittadini che hanno lamentato la scarsa affidabilità degli autobus di linea gestiti da EAV Srl e gli incredibili disagi dei taxi collettivi.
Perché a Torre del Greco, spostarsi senza un mezzo privato significa principalmente affidarsi ai pulmini: così siamo scesi in strada in una mattinata qualsiasi provando a raggiungere il quartiere Leopardi, una delle zone che i cittadini hanno maggiormente lamentato di non poter raggiungere. Armati di telecamera nascosta, siamo partiti dal pieno centro di Torre del Greco, nei pressi della villa comunale Ciaravolo.
Il viaggio della speranza verso Leopardi
Arriviamo sulla fermata alle 9.26 del mattino. I pulmini non riportano alcuna tabella con la loro destinazione: occorre chiedere a ciascun conducente se arrivano a Leopardi. E così facciamo: i taxi collettivi si susseguono con grande frequenza in corso Vittorio Emanuele. Ma le mete da poter raggiungere sono ben poche: tutti diretti in via Litoranea. E quando chiediamo di arrivare a Leopardi riceviamo una serie interminabile di rifiuti.
Passa il primo, il secondo, il terzo. Li contiamo tutti. Nel giro di un’ora circa passano 15 automezzi e nessuno di essi raggiunge la nostra agognata meta. Proprio come le testimonianze avevano lamentato. Nel frattempo riscontriamo varie violazioni delle regole: transiti a passo di lumaca, soste selvagge. Proviamo a chiedere a diversi conducenti per quale motivo non arrivassero a Leopardi ma le risposte sono totalmente evasive e ci consigliano di prendere l’autobus o addirittura il treno.

Pulmini, viaggio con telecamera nascosta tra i disagi dei cittadini
Zero taxi collettivi verso la periferia
Prendere l’autobus non è comunque semplice: tante fermate vengono effettuate per “consuetudine”, senza la presenza di paletti di segnalazione. Laddove esistono questi paletti, non riportano informazioni sulle linee di passaggio in quel punto, né sugli orari. Di conseguenza è impossibile orientarsi ed anche gli orari presenti sul sito internet dell’EAV sono alquanto orientativi. Infatti, durante un’ora abbondante di autobus ne passa soltanto uno: una circolare che da Cappella Bianchini non si spinge oltre il centro cittadino.
Il treno della Circumvesuviana effettivamente permetterebbe di raggiungere in poche fermate il quartiere Leopardi: ma raggiungere la fermata dal centro cittadino è una bella salita lungo via Vittorio Veneto, non semplice per persone anziane o non in perfetta salute fisica. In ogni caso, una risposta che pare inaccettabile in una logica di trasporto pubblico integrato e con due realtà distinte che dovrebbero effettuare un capillare e complementare servizio su gomma.
I passeggeri disertano gli autobus: perché?
Dopo oltre un’ora, i taxi collettivi che vediamo passare sono gli stessi che avevamo visto ad inizio giornata: capiamo che hanno completato il loro giro fino a via Litoranea e ritorno e che quindi il “ciclo” è completato e difficilmente ne passeranno di diversi. Incamminandoci verso via Circumvallazione riusciamo a prendere, al volo, un autobus EAV: sorprendentemente, l’autobus compie tutto il suo tragitto restando quasi vuoto.
Un fatto che induce a riflettere: con la grande richiesta di mobilità pubblica presente a Torre del Greco, è incredibile osservare decine di taxi collettivi affollati all’inverosimile, dei quali i passeggeri lamentano disagi e disservizi, ed autobus di linea semivuoti. Probabilmente, ciò è la prova di quanto testimoniato al nostro giornale: gli autobus vengono reputati inaffidabili, non si sa quando passano e dove vanno, il servizio pare inadeguato per le esigenze dei cittadini che, di fatto, li disertano.
Da questa mattinata di viaggio capiamo perfettamente il senso delle lamentele: se nessun taxi collettivo arriva a Leopardi, vuol dire che nessuno di essi ripartirà da lì per collegare la periferia con il centro. Un problema che (non) viaggia in due direzioni e costringe l’utenza a prendere l’auto con evidenti ricadute su traffico, problema parcheggio ed impatto ambientale.
Il ritorno: tutti fermi davanti scuola
Decidiamo quindi di “spezzare” il viaggio in autobus presso quello che ci hanno dipinto come un “capolinea virtuale”, all’angolo tra via Litoranea e via Ponte della Gatta: punto nel quale stazionerebbero, di prassi, talvolta ostruendo il traffico e senza alcuna forza di regolamento, i pulmini. Appuriamo che anche questo racconto è vero e così proviamo a fare ritorno in centro cittadino a bordo di uno sgangherato automezzo che, tra infrazioni varie, altre fermate selvagge, persone che restano in piedi oltre la capienza massima ed un andatura a passo di lumaca, ci accompagna in villa comunale, da dove era partito il nostro viaggio.
Nel frattempo si fanno le ore 12.00 circa: prima di concludere la nostra giornata andiamo a vedere se è vera anche un’altra delle “voci” che ci erano giunte sui pulmini. Avviandoci a piedi verso la zona dei licei “De Bottis” e “Nobel”, notiamo che la frequenza di passaggio degli automezzi è nettamente calata.
Arrivati in via De Gasperi in corrispondenza dell’orario di uscita dall’istituto scolastico ci troviamo in mezzo ad una specie di girone infernale: quattro pulmini in sosta (selvaggia) nei pressi del cancello della scuola che hanno “sospeso” il loro servizio pubblico per dedicarsi al trasporto quasi esclusivo degli studenti. E scelgono di massimizzare la loro scelta caricando a bordo, sotto i nostri occhi, molti più passeggeri rispetto agli 8 consentiti. Tutti quelli “in eccesso” rimanevano ovviamente in piedi, con evidente rischio per la loro sicurezza.
E se fossimo stati turisti?
Tutti veri, quindi, i racconti dei testimoni che a volto coperto hanno raccontato la loro esasperazione per un servizio che troppo spesso scende sotto i limiti della decenza: e che si fa forte di essere l’unica opzione in una città come Torre del Greco con una popolazione di 85.000 abitanti, un’estensione territoriale di 30 km quadrati ed una conurbazione che si estende, senza soluzione di continuità, per 10 km ai piedi del Vesuvio.
E che lascia un forte amaro in bocca al pensiero che questi trasporti dovrebbero essere il biglietto da visita di un territorio che, con grossa fatica, sta cercando di esprimere al meglio la propria intrinseca vocazione turistica.
