Mazzarri e l’incubo Di Matteo: 12 anni dopo la storia si ripete a parti invertite


Francesco Calzona è il nuovo allenatore del Napoli. Una mossa che solo tra ventiquattr’ore svelerà la sua vera natura. Disperata o salvifica, tutto dipenderà dalla sfida di domani sera. Cambiare un allenatore a meno di due giorni dalla partita più importante della stagione è cosa più unica che rara.

Mazzarri e l’incubo Di Matteo: 12 anni dopo la storia si ripete a parti invertite

Difficilmente nella storia del calcio moderno si trova uno stravolgimento del genere. Ma un precedente c’è, e la vittima, per uno scherzo del destino, fu proprio Walter Mazzarri. C’entrano ancora gli ottavi di finale. C’entra ancora il Napoli.

Il tecnico di San Vincenzo aveva da poco vinto la gara di andata contro il Chelsea di Villas Boas. Un 3-1 magico allo stadio San Paolo, con un unico neo: il quarto gol fallito da Maggio a due passi dalla linea di porta.

Sembrò un episodio marginale, che non avrebbe potuto impedire agli azzurri di qualificarsi per la prima volta nella storia ai quarti. E invece fu fatale, come fatale è stata la giornata di ieri. I blues cambiarono tecnico a dieci giorni esatti dalla partita di ritorno: Di Matteo subentrò a Villas-Boas. Era un uomo perbene il portoghese, che definì il Napoli come “non una squadra, bensì lo stato d’animo della città”. Una frase che sarebbe entrata nella memoria storica del popolo partenopeo da lì in avanti.

Ebbene, quel cambio in panchina di fatto si rivelò un incubo per Mazzarri: al ritorno il Chelsea pareggiò il 3-1 di gara 1, e vinse con un gol ai supplementari. Gli inglesi avrebbero poi addirittura vinto la competizione sovvertendo ogni tipo di pronostico.

Era il 2012, era un altro Napoli, e sicuramente anche un altro Walter. Tecnico promettente, sulla cresta dell’onda, dal temperamento magnetico. Avrebbe di lì a poco condotto il club ad una storica vittoria in Coppa Italia, che interruppe un digiuno lungo 22 anni.

Dodici anni dopo, per certi versi la storia si è ripetuta. Questa volta il cambio l’ha subìto in prima persona, Mazzarri. A due giorni da una partita che può rappresentare gloria o baratro, paradiso o inferno. Sarà il campo, come sempre, a dare le risposte. L’unico giudice ineluttabile ed incontrovertibile. Quello che ha messo al tappeto il tecnico di San Vincenzo, che bisogna ammetterlo, in termini di risultati ha fatto molto male.

I tifosi più romantici l’avrebbero però voluto in panchina almeno domani, a giocarsi la sua rivincita con la sorte face to face. Non sarà così: il patron ha deciso di cambiare con un colpo di cinema dei suoi. Voleva scuotere l’ambiente, e certamente l’ha fatto. Domani si capirà se sarà riuscito a mettere attrito sul piano inclinato che sta conducendo i campioni d’Italia verso la parte più grigia della storia, oppure no.

Tutto per un sogno. Un sogno mundial.


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