Rivoluzione Napoli, ADL sta costruendo la squadra del futuro: chi parte e chi resta

Aurelio De Laurentiis


Aurelio De Laurentiis all’ultima spiaggia per cercare di salvare la stagione del Napoli che, dopo lo Scudetto, non solo non è mai stato in corsa per difendere il tricolore, ma rischia addirittura di non qualificarsi alle competizioni europee l’anno prossimo. Il quarto posto è lontano 9 punti, con un turno da recuperare così come l’Atalanta, un obiettivo che la società spera di raggiungere a 14 partite dal termine del campionato. L’altro sogno, quello di giocare il Mondiale per club e partecipare alla suddivisione della somma dorata di oltre 2 miliardi di euro, ha trovato sulla propria strada il Barcellona che dovrà essere affrontato con Francesco Calzona alle prese con un esordio a dir poco emozionante.

La rivoluzione Napoli comincia da Calzona: non un semplice traghettatore

Se il ritorno di Walter Mazzarri era visto nell’ottica di decisioni da rinviare all’estate, compreso il nome del nuovo allenatore che potesse essere in grado di aprire un ciclo, adesso bisogna ragionare sui ritorni in azzurro non solo di Calzona, che è stato vice di Sarri e di Spalletti proprio a Napoli (con Sarri anche in altre esperienze), ma anche di Francesco Sinatti. Se la federcalcio slovacca ha concesso il proprio CT al Calcio Napoli soltanto fino al termine di questa stagione, dall’altra parte potrebbe trattarsi di un primo tassello verso una ricostruzione, o meglio una vera e propria rivoluzione che sotto il Vesuvio è ormai scontato prevedere. De Laurentiis potrebbe avere individuato proprio in Calzona il profilo ideale a cui affidare la squadra anche negli anni a venire: il tecnico di pone in continuità ideale con l’idea di gioco che hanno sia il patron che la tifoseria, ha collaborato con gli allenatori che hanno espresso il miglior gioco in terra partenopea ed è stato protagonista di un grande girone di qualificazione all’Europeo con la Slovacchia. Sicuramente Calzona ambisce alla titolarità di una panchina e nonostante i 55 anni è un allenatore in ascesa, proprio come Sarri nel 2015.

Francesco Calzona

Il ritorno di Sinatti per “disimballare” i calciatori

Senza ombra di dubbio il ritorno più emblematico è quello di Sinatti, anch’egli con doppio incarico grazie al nulla osta concesso dalla FIGC. In tal caso è improbabile che l’obiettivo sia soltanto quello di tenerlo fino a giugno, dato che i risultati sul piano della preparazione non si vedono certo in un paio di sessioni di allenamento. De Laurentiis, dopo averlo rimpianto pubblicamente, cercherà di tenerlo e blindarlo anche per le prossime stagioni, magari facendo leva proprio sul contenzioso in atto con Federcalcio dopo la vicenda Spalletti. Il suo compito immediato è quello di “disimballare” i calciatori, prendendo in prestito i termini usati dal patron.

Francesco Sinatti

Francesco Sinatti campione d’Italia con il Napoli

Il Napoli del futuro tra cessioni e rinnovi

In attesa di scoprire chi sarà l’allenatore incaricato di riportare il Napoli al vertice nella prossima stagione, la società può programmare (e ci auguriamo che lo faccia) il mercato in entrata e soprattutto quello in uscita, liberando e vendendo i calciatori che ormai sono al capolinea nella propria esperienza partenopea. I nomi in uscita sono tanti, alcuni sicuri ed altri meno. Con ogni probabilità saranno sovvertiti anche gli equilibri nello spogliatoio.

Chi parte

Piotr Zielinski non sarà sicuramente un calciatore del Napoli la prossima stagione. Dopo aver rifiutato i petroldollari per indossare la maglia con il tricolore, non ha trovato l’accordo con Aurelio De Laurentiis e vestirà dunque la maglia di una strisciata, quella dell’Inter, che con molta probabilità vincerà il campionato. Da un tricolore all’altro, insomma.

Victor Osimhen è un’altra pedina a cui gli azzurri rinunceranno, ma stavolta non zero. L’attaccante, con un intervento indelicato e che ha molto deluso i tifosi, ha dichiarato di avere già scelto quale sarà il suo destino. È anche vero che quel rinnovo a dieci milioni di euro stagionali è servito, allungando la scadenza dal 2025 al 2026, a mettere il Napoli nelle condizioni di poter monetizzare una cifra che dovrebbe aggirarsi tra i 120 ed i 130 milioni di euro. Di contro, Victor sta facendo un po’ il bello ed il cattivo tempo, proprio in un momento dove servono i suoi gol. La speranza è che ritrovi serenità ed un attaccamento residuale alla maglia fino al termine della stagione.

Nell’elenco delle cessioni finirà verosimilmente anche Leo Ostigard, il cui addio è sfumato praticamente nelle ultime ore del mercato di riparazione di gennaio a causa di un ripensamento del Napoli. Tra i partenti, per scadenza del contratto, anche Diego Demme (in realtà alquanto bistrattato) e Leander Dendoncker, per fine prestito ed un’opzione di riscatto che non verrà esercitata, a meno di clamorosi quando improbabili sviluppi.

Victor Osimhen

Chi potrebbe partire

La situazione di Alex Meret è tutta da valutare: le qualità tecniche del portiere non si discutono come la sua volontà di rinnovare, più volte ribadita dal procuratore, ma forse il Napoli da lui non ha ottenuto quel salto di qualità che si aspettava, soprattutto caratteriale. Sembra plausibile un suo addio: il contratto scade a giugno 2024, ma il Napoli può esercitare l’opzione unilaterale di rinnovo per una stagione qualora il portiere raggiungesse il 70% di presenze. La società potrebbe dunque liberarlo a zero, oppure prolungare per cercare di ricavare qualche soldo.

Dopo Meret sono diversi i nomi dei possibili partenti, a maggior ragione che nel Napoli nessuno è incedibile. Anguissa e soprattutto Rrahmani sembrano mostrare più di qualche barlume di scontentezza, mentre Simeone e Raspadori, già sotto la lente di ingrandimento visto il loro ruolo di rincalzi e la partenza di Osimhen che era praticamente certa già in autunno, devono dimostrare qualcosa in questi mesi. Deve giocarsi le proprie carte invece Hamed Traorè, il cui riscatto è fissato a 25 milioni, una cifra ragguardevole ma che il Napoli è disposto o addirittura prevede già di spendere qualora fossero state già scelte delle cessioni.

Alex Meret

Alex Meret

Chi resta

Il pilastro attorno al quale ruoterà la rifondazione del Napoli sarà Kvicha Kvaratskhelia, che nonostante il mancato rinnovo (finora) è l’uomo che forse dimostra più di tutti la voglia di giocare, di tornare a vincere. Ha ancora un grande potenziale inesplorato da far esplodere. Tra gli intoccabili anche Cyril Ngonge, acquistato a titolo definitivo a gennaio, e il capitano Giovanni Di Lorenzo nonostante qualche parola di troppo dell’agente.

Stanislav Lobotka è l’altra pedina fondamentale del Napoli, il cervello del terzo Scudetto, al quale la spina della lucidità e la centralità nel gioco sono state sottratte a inizio anno da scelte sconsiderate da parte di Rudi Garcia. Il centrocampista deve sicuramente riprendersi, tuttavia la sua permanenza sul Golfo non sembra in discussione.

C’è infine l’argomento Jesper Lindstrom, che solo nelle ultime partite ha cominciato a sfoggiare qualche numero. È probabilmente colui che più di tutti ha pagato la crisi azzurra, basti pensare all’ultima conferenza stampa di Mazzarri che, dopo aver detto che la sua collocazione ideale era sulla sinistra come alternativa ad un mostro come Kvaratskhelia, lo ha schierato sulla destra facendolo subentrare a Politano (che ha rinnovato poche settimane fa). Pagato 30 milioni, il Napoli non vuole svenderlo e quindi avrà l’opportunità di mettersi in mostra.

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