Morte Maradona, arrestata l’ex guardia del corpo: “Lei sta chiaramente mentendo”
Mar 26, 2025 - Stefano Esposito
Un nuovo capitolo si aggiunge alla complessa vicenda giudiziaria legata alla morte di Diego Armando Maradona, scomparso il 25 novembre 2020.
Nella giornata di martedì 25 marzo 2025, Julio César Coria, ex guardia del corpo del leggendario calciatore argentino, è stato arrestato con l’accusa di falsa testimonianza durante il processo in corso presso il tribunale di San Isidro.
Arrestato Julio César Coria, ex guardia del corpo di Diego Armando Maradona
L’episodio rappresenta un colpo di scena significativo in un caso che continua a tenere col fiato sospeso l’opinione pubblica mondiale.
Coria, che era presente nella cosiddetta “casa degli orrori” a Tigre il giorno della morte di Maradona, è stato chiamato a testimoniare davanti alla Terza Corte penale di San Isidro. Tuttavia, le sue dichiarazioni hanno sollevato dubbi e sospetti tra i magistrati.
In particolare, l’ex custodio ha negato di aver avuto contatti diretti con Leopoldo Luque, il neurochirurgo considerato uno dei principali imputati per omicidio con dolo eventuale.
Questa versione è stata smentita dal pubblico ministero Patricio Ferrari, che ha presentato in aula una serie di messaggi WhatsApp scambiati tra Coria e Luque, dimostrando una chiara contraddizione con quanto affermato sotto giuramento.
“Lei sta chiaramente mentendo”
“Lei sta chiaramente mentendo“, ha dichiarato Ferrari durante l’udienza, sottolineando come le omissioni e le incongruenze nella testimonianza di Coria abbiano compromesso la sua credibilità.
A supporto dell’accusa, i procuratori Cosme Iribarren e l’avvocato Fernando Burlando hanno evidenziato ulteriori discrepanze, tra cui il ruolo della psichiatra Agustina Cosachov nelle procedure di rianimazione di Maradona. Coria ha sostenuto che Cosachov si fosse alternata con un’infermiera nel tentativo di salvare il Pibe de Oro, ma tale dettaglio non era mai emerso nelle sue precedenti deposizioni.
“Non l’ho detto prima perché non me l’hanno chiesto,” si è giustificato Coria, una spiegazione che non ha convinto i giudici Maximiliano Savarino, Verónica Di Tommaso e Julieta Makintach, i quali hanno accolto la richiesta di arresto immediato.
L’arresto di Coria non è solo un duro colpo per la sua posizione personale, ma aggiunge un ulteriore strato di complessità a un processo già intricato.
Attualmente, sono otto le persone accusate di omicidio semplice con dolo eventuale per la morte di Maradona, tra cui Luque, Cosachov, lo psicologo Carlos Díaz, l’infermiere Ricardo Omar Almirón, il suo capo Mariano Perroni, la coordinatrice medica Nancy Forlini e il medico clinico Pedro Pablo Di Spagna. L’infermiera Gisela Madrid, invece, sarà processata separatamente. Le indagini puntano a chiarire se la leggenda del calcio sia stata vittima di negligenze o di un trattamento medico inadeguato dopo l’intervento chirurgico per un ematoma alla testa.
Verità per Maradona
Maradona, icona indiscussa del calcio mondiale, è deceduto a 60 anni per un arresto cardiaco, in una residenza privata dove si stava riprendendo dall’operazione.
La sua morte ha scatenato un’ondata di dolore tra i tifosi e ha sollevato interrogativi sulle responsabilità di chi avrebbe dovuto prendersi cura di lui. L’arresto di Coria alimenta ora il dibattito sulla veridicità delle testimonianze e sulla possibilità che alcuni dettagli cruciali siano stati volutamente nascosti.
Il processo, che continua a essere seguito con attenzione sia in Argentina che all’estero, si preannuncia ancora lungo e controverso.
Per il momento, Julio Coria rimane in custodia, in attesa di ulteriori sviluppi che potrebbero fare luce su uno dei casi più discussi della storia recente. La verità sulla morte del “Diez” sembra essere ancora lontana, ma ogni passo avanti nel procedimento giudiziario tiene viva la speranza di giustizia per uno dei più grandi miti dello sport mondiale.