Napoli-Cagliari: non è solo calcio. È il riscatto di un popolo
Mag 23, 2025 - Emilio Caserta
Festa Scudetto a Napoli
Stasera forse si chiude un campionato. Ma a Napoli non si chiude solo una stagione sportiva. Si compie, ancora una volta, un atto d’amore, di dignità, di riscatto. Perché no, non è solo calcio! Lo diciamo da anni, e lo abbiamo dimostrato due primavere fa: quando il Napoli vince, non vince solo una squadra, vince una città intera. Vince un popolo intero. Un popolo che ha sempre dovuto lottare contro tutto: pregiudizi, disuguaglianze, ingiustizie, stereotipi cuciti addosso come zavorre. Un popolo che ha trasformato lo stadio in cattedrale, il pallone in simbolo, il gioco in rivincita.
Non è solo calcio
Non è solo calcio quando a vincere è il Sud. Un Sud che da 120 anni partecipa al grande gioco nell’Italia del pallone con le briciole, mentre al Nord si collezionano scudetti a tre cifre come trofei di un’Italia a metà. Un Sud che ha contato troppo spesso zero, uno, due, tre titoli al massimo. Eppure, ogni volta che ha vinto, ha fatto tremare il mondo.
L’eco del riscatto partenopeo è cominciata con un argentino che parlava napoletano meglio dei napoletani. Maradona non ha solo vinto: ha risvegliato l’orgoglio, ha insegnato che si può essere ultimi e diventare primi. Da lì è cominciata una lunga semina. Il riscatto sportivo, oggi, si fa sociale, culturale, economico. La vittoria del Napoli porta soldi, turisti, lavoro. Ma soprattutto porta occhi. Occhi del mondo puntati su una città che da secoli è capitale, anche quando le tolgono la corona.
Sempre più giovani scoprono le radici. Sempre più napoletani imparano a conoscere la propria storia, quella vera, quella mai raccontata nei libri di scuola. E lo sport, il calcio, diventa megafono, strumento, simbolo. La partita di oggi, Napoli-Cagliari, è l’ultima di un campionato, ma non è la fine di nulla. È la conferma che il popolo napoletano non abbassa la testa. Che anche quando perde, non smette di sognare. Che anche quando cade, sa rialzarsi. È il Sud che alza la voce. È Napoli che non si vende. È una maglia azzurra che racconta più di mille libri. Non è solo calcio. È una dichiarazione di esistenza. E noi, a questa partita, non smetteremo mai di giocarla.