Si scrive ‘cioccolato’, si pronuncia Gallucci. È l’azienda più antica del settore sul territorio, e regala gioia e felicità in Campania fin dal 1890. Da oggi esaudirà i desideri dell’intera nazione.
Si, perché il tempo corre veloce, il progresso tecnologico pure, e la famiglia Gallucci ha deciso di rimanere spalla a spalla con i bisogni che cambiano. E di assecondarli, aprendo il proprio e-commerce (consultabile cliccando qui) per poter spedire a chiunque volesse assaggiare le loro prelibatezze in giro per il bel paese e non solo.
Quella della famiglia Gallucci è una storia ultra centenaria, e dal suo racconto trasudano passione, arte e genialità. Lo sguardo teso verso il futuro e il braccio dietro la schiena a tenere stretta la mano dei propri antenati, tramandandosi ricette e segreti per non disperderli mai.
“La nostra famiglia produce su territorio napoletano il cioccolato da circa 134 anni. Nel lontano 1890 un nostro progenitore ebbe la brillante idea di partecipare ad un’esposizione dolciaria che si teneva a Parigi, e da lì prese ispirazione dalla grande pasticceria francese per trasformare i pezzi grandi di cioccolato in piccoli dolcetti. Inoltre, vedendo che i dolci non avevano incarto, pensò di ribattezzarli ‘nudi’, omaggiando lo spirito liberale ed avanguardista della corte transalpina”.
Una evoluzione non semplice da applicare a quei tempi: “Il processo di ‘rimpicciolimento’ del cioccolato fu molto complicato per le tecnologie a disposizione in quel periodo, ma grazie alla grande passione che avevano i nostri antenati, riuscirono in questo intento. Crearono così il primo laboratorio di ‘cioccolatini nudi’. Erano interamente fatti a mano, gli unici macchinari di cui si disponeva all’epoca erano quelli che trasformavano il frutto cacao in massa di cacao”.
“I primi procedimenti, dalla fermentazione alla cottura, erano molto lunghi. Oggi grazie alla tecnologia e al progresso, partiamo direttamente dalla massa di cacao, che ci consente di saltare di fatto le prime 3-4 fasi di lavorazione. Con le nostre ricette e l’aggiunta di altri ingredienti, riusciamo a completare il procedimento e ad ottenere il cioccolato finito”.
Un processo produttivo cambiato nella forma, ma mai nella sostanza: “Siamo arrivati al 2024 sempre con la stessa dedizione alle ricette e alla passione che ci mettevano i nostri progenitori. Dal bisnonno, al nonno, a nostro padre e adesso a noi. L’utilizzo dei macchinari è chiaramente cambiato nel tempo, ma quelli che utilizziamo oggi non vanno a snaturare quella che è l’artigianalità del prodotto”.
La storia della famiglia Gallucci ha vissuto nella propria evoluzione dei veri e propri momenti ‘illuminati’, nei quali le attività hanno visto modifiche strutturali e di visione, come quello attuale: “Nel 2024 abbiamo deciso di iniziare un nuovo processo, che abbiamo rinominato ‘di rifondazione e rebranding dell’azienda’: ci siamo resi conto che è giusto rimanere ancorati alle ricette antiche ed ai procedimenti di un tempo, ma è anche giusto facendo tesoro dell’esperienza passata, catapultarci nel mondo moderno.
Sempre mantenendo le nostre idee, abbiamo ad esempio pensato di ridisegnare il nostro logo: l’abbiamo reso più snello e ‘veloce’ nella lettura da parte del cliente.
Chiaramente i galli, simboli della nostra famiglia, sono ancora i protagonisti. Abbiamo inserito all’interno dell’azienda alcune figure professionali specializzate, come Annalaura Di Natale, che si occupano di gestire tutto il comparto marketing”.
“Grazie al loro ausilio, abbiamo sviluppato un sistema di vendita online, che ci consente finalmente di raggiungere i clienti geograficamente più lontani.
Attualmente sul territorio campano se pronunci la parola ‘cioccolato’ il collegamento al nostro marchio è automatico, in quanto siamo l’azienda più antica del mercato partenopeo. Il nostro obiettivo è però quello di portare la nostra esperienza e la nostra qualità in tutto il paese, varcando perché no anche i confini nazionali”.
Ma il mondo va esplorato mettendo in valigia le proprie radici: “Da sempre siamo prima meridionalisti, poi italiani. Il nostro primo interesse è sempre stato quello di utilizzare le materie primi della nostra area: un esempio è la nocciola avellinese. Quando mettiamo il nostro nome su un prodotto, garantiamo anche per tutta la filiera che c’è alle spalle. Così come le mandorle, che vengono dalla Puglia, mentre i pistacchi dalla Sicilia. Attualmente abbiamo tre punti vendita: Portici, Avellino ed un terzo a Napoli, in via Scarlatti”.
Il cioccolato è un’arte fatta non di sola passione, ma anche di ricerca e sperimentazione: “La nostra gamma di prodotti è composta tra le altre tipologie di cioccolato dalla pralineria, che è un po’ la fotografia della nostra azienda, e dal tavolettame, dove ci fregiamo di produrre oltre alle varianti classiche, circa quaranta tipologie speciali. Presentano gusti molto particolari: dal sale dell’Himalaya alle bacche di goji, passando per curry o paprika. Sapori diversi da quelli canonici, per offrire sempre qualcosa in più al cliente”.
E fa bene al cuore: “In collaborazione con l’Università di Roma La Sapienza, abbiamo sviluppato un prodotto all’olio d’oliva. Le caratteristiche del cioccolato sono infatti stabilizzanti per quanto riguarda l’apparato cardiovascolare e circolatorio, oltre a contenere serotonina. Abbiamo così aggiunto al burro di cacao l’olio d’oliva, che di per sé è già un cardiotonico riconosciuto”.
Un cioccolato da “Guinness dei primati”: “L’anno scorso abbiamo prodotto un uovo di 600 kg, esposto in un centro commerciale di Roma: per farlo entrare nel locale servì il fabbro per aprire la porta. Nel 2017 siamo entrati nello storico libro dei “Guinness World Records”, in quanto abbiamo prodotto il salame di cioccolato più lungo del mondo: lungo ben 88,20 metri, in collaborazione con molte scuole della zona, i cui alunni ci aiutarono nella produzione”.
Un menù tutto a base di cioccolato: “Collaboriamo con molti chef sul territorio, perché dal punto di vista culinario abbiamo il sogno di proporre un menù completamente a base di cioccolato. Già l’abbiamo fatto presso l’Hotel Excelsior a Napoli, riscuotendo grande successo, e a breve lo riproporremo”.
Un po’ di tempo fa un Gallucci in questo periodo riscrisse con le proprie intuizioni la storia delle uova di cioccolato: “C’è un aneddoto che riguarda la nostra attività nel periodo di Pasqua, e che ricordiamo sempre con grande affetto: un nostro zio, Gennaro, all’epoca amministratore dell’azienda, abbe l’idea di inserire le sorprese d’argento all’interno delle uova di cioccolato. Capì che comprando l’argento a peso, avrebbe avuto la possibilità di lavorarlo riuscendo a gestire i costi: questa idea fu copiata di fatto da tutte le grandi aziende”.
“Ma non fu l’unica innovazione che produsse la mente geniale di zio Gennaro: poco più tardi, infatti, passeggiando nel mercato americano di Resina, entrò in possesso di un tessuto che attirò immediatamente la sua attenzione. Pensò così di imballare le uova all’interno dello stesso, invece di utilizzare la classica carta. Le aziende più importanti a livello mondiale iniziarono a fare lo stesso poco dopo”.
Ed oggi che sorprese si trovano all’interno delle uova Gallucci? “La maggior parte delle nostre sorprese sono penne, portachiavi: cerchiamo di lasciare un ricordo che possa poi essere utilizzato nel tempo e non abbandonato subito dopo averlo ‘scartato’. Produciamo una importante varietà di uova pasquali: le più belle sono certamente quelle decorate a mano. Altro punto di forza è il nostro ‘nocciolato’, chiuso con la cosiddetta ‘doppia passata’ (nocciola e gianduia)”.
Una storia di famiglia iniziata a fine ‘800, ricette antiche tramandate di generazione in generazione, un processo di crescita aziendale costante, lungimirante e illuminato, sempre al passo con i tempi. Oggi come allora, Gallucci rappresenta l’eccellenza del cioccolato a Napoli. E non potrebbe essere altrimenti.
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