Trotula De Ruggiero, la dottoressa che inventò il sapone intimo con un fiore


Bella come un fiore, pulita “con” un fiore. Questa, in poche parole, la sintesi estrema del lungimirante operato di Trotula De Ruggiero nel campo dell’igiene intima. Già, perché fu proprio la prima donna medico della Scuola di Salerno a inventare l’antesignano del detergente intimo, ben dieci secoli fa, nel 1000 d.C.

Il segreto di una perfetta miscela di oli ed essenze che potessero cospargere la pelle, in particolare delle donne, senza corroderla alla lunga, lo scoprì grazie ai suoi studi botanici. Osservando piante e fiori, infatti, la più famosa delle Mulieres Salernitanae, le Dame della Scuola Medica di Salerno (dove la scienziata studiò e insegnò), scoprì un ancora sconosciuto potere antibatterico dei petali di rosa.

Pensò, allora, introdurre nei saponi femminili petali di rose ed essenze (acqua di rosa) provenienti dai roseti che profumavano tutto il ducato Amalfitano. Il sapone cosi modificato, unito a lavande con bicarbonato, risolveva numerosi problemi femminili, aumentando la carica naturale antibatterica del sapone.

Solo una delle tante scoperte mediche di Trotula De Ruggiero, proveniente da una nobile famiglia, famosa per la donazione di parte dei suoi beni per la costruzione del Duomo di Salerno. Proprio in questa città visse nell’XI secolo e, come membro della nobiltà, ebbe la possibilità di frequentare le scuole superiori e di specializzarsi in medicina. E lo fece così bene che fu autrice di due saggi di fama imperitura, il De passionibus mulierum (Trotula Maior) e il De ornatu mulierum (Trotula minor).

Nel primo si parla di studi legati alla ginecologia, all’ostetricia e alla pediatria; mentre è nel secondo che troviamo osservazioni e nozioni riguardanti la cosmesi, e l’igiene.  Molte, infatti, le ricette cosmetiche che riguardano la pelle, il sorriso, le labbra, le mani, l’alito, i capelli. Un lungo e minuzioso lavoro il cui frutto sono l’analisi e il trattamento di ben 96 piante e derivati, e la creazione di 20 preparati di origine animale e derivati, 17 minerali e 6 preparati misti, per un totale di 63 ricette, in grado di ottenere altrettanti rimedi a scopo cosmetico e/o medicinale.

Tutti gli argomenti trattati, però, non rappresentavano per Trotula De Ruggiero un aspetto frivolo della cura della donna, perché per lei la bellezza era il segno di un corpo sano e della sua armonia con l’universo: le erbe medicamentose, le pomate naturali, i bagni, i massaggi erano tutti metodi curativi utili a qualunque donna per vivere in maniera serena il rapporto con il proprio corpo e di conseguenza quello con la propria psiche.

Tali studi ed idee le regalarono grande fama e autorità fino almeno al XV secolo, tanto dall’essere più volte citata in importanti operi medievali, quali la “Storia ecclesiastica” di Oderico Vitale, il “Dict de l’Herberie” del trovatore parigino Routbeuf , e i “Racconti di Canterbury” di Geoffrey Chaucer.


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