I Fornacalia: quando gli antichi pompeiani celebravano il forno e il pane


Pompei – Dal 7 al 14 febbraio gli antichi romani festeggiavano i Fornacalia. Questa ricorrenza venne introdotta dal re Numa Pompilio, che riformò il calendario romano e ne regolò le festività. Si trattava di sette giorni in onore della dea Vesta protettrice del focolare domestico che assicurava la tranquillità in casa e, soprattutto, il buon andamento della produzione del pane.

Per questo motivo, durante i Fornacalia, ogni famiglia portava un’offerta di grano da tostare tutti assieme e offrire poi alla dea perché facesse in modo che il pane non si bruciasse nell’anno a venire. Nel Foro venivano portati i simboli delle varie curie, che al tempo della Roma monarchica e all’inizio della Repubblica erano circa 30. Ogni giorno si svolgeva l’offerta alla dea in una curia differente, mentre l’ultimo giorno, chiamato anche “Festa dei Folli” prevedeva la riunione di tutte le curie.

Il nome piuttosto bizzarro deriva da uno scritto di Ovidio, secondo il quale “Solo i folli non sanno a quale curia appartengono”, perciò festeggiano nel giorno in cui si celebra tutti assieme. E’ probabile che questa particolare giornata sia stata recepita poi dalla tradizione cristiana nel Carnevale.

Una festa tanto sentita a Roma, ovviamente, non poteva passare inosservata nell’antica Pompei. Ben 35 erano i forni in città prima che venisse sepolta dall’eruzione del 79 d.C.. Come è raccontato anche sul sito ufficiale degli Scavi Archeologici di Pompei, alla dea Vesta i pompeiani offrivano la “mola salsa”, fatta con chicchi di farro abbrustolito e pestati in un mortaio. Un dipinto nel sacello della Casa del Forno raffigura proprio la Dea che, accompagnata da un asino, suo animale sacro, accoglie le offerte dei fedeli.


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