Chiesa di Santa Luciella, si parte con le visite: il significato del teschio con le orecchie


NAPOLI – Un altro gioiello del centro storico restituito alla città. Questa mattina, dopo 35 anni, è stata riaperta la chiesa di Santa Luciella ai Librai nell’omonimo vico napoletano, ad opera dell’Associazione Respiriamo Arte. Alla conferenza di inaugurazione hanno partecipato i membri dell’Associazione Massimo Faella, Simona Trudi, Angela Rogliani, Marcello Peluso e Francesca Licata, il Soprintendente del Monte Pio della Misericordia Alessandro Pasca di Magliano, il Responsabile dei Beni Culturali della Curia di Napoli Padre Eduardo Parlato, il Parroco Padre Mariano Imparato, il giornalista Paolo Barbuto e l’assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli Alessandra Clemente.

La storia della chiesa di Santa Luciella ai Librai risale al 1327, quando fu fondata per volere di Bartolomeo Di Capua, giurista alla corte di Roberto d’Angiò. Fondamentale sito religioso del centro storico napoletano, era il luogo di culto della Corporazione dei Pipernieri dei Fabbricatori e dei Tagliamonti, nata nel 1508, poiché la chiesa è intitolata a Santa Lucia, protettrice della vista, bene assai prezioso per una corporazione che metteva a rischio gli occhi nel corso della propria attività. La chiesa è celebre nelle leggende napoletane per via del famoso “Teschio con le Orecchie”, custodito nella sua cripta. Oggetto di devozione da parte dei cittadini del quartiere che fino ai primi del ‘900, si recavano a Santa Luciella per rivolgere al teschio delle preghiere nella speranza che, attraverso le sue orecchie, potesse udirle e inviarle all’aldilà.

Giornata di grande soddisfazione per l’Associazione Culturale Respiriamo Arte che negli ultimi anni ha lavorato alla riapertura della chiesa. Grazie all’attivismo dei cinque membri, è stata conclusa la messa in sicurezza totale dell’immobile, sia degli interni che degli esterni, mentre nei prossimi mesi l’Associazione si occuperà di trasformare la Chiesa in un museo sede di eventi culturali.

«Tutto è nato dal libro “Le Chiese Proibite di Napoli” di Paolo Barbuto con fotografie di Sergio Siano – afferma il presidente dell’Associazione Massimo Faella – sulle chiese abbandonate di Napoli. Mi chiesi se fosse possibile salvarne una. Del libro mi colpì la frase: “basterebbe un intervento di uno sponsor, di una associazione o di qualcuno disposto ad accollarsi l’onere di un restauro per restituire alla città un pezzo di storia”. Decisi di coinvolgere Simona Trudi e Angela Rogliani e di lì a poco nacque l’Associazione Respiriamo Arte. Entrammo, dopo 35 anni di abbandono, nella Chiesa di Santa Luciella e non solo scoprimmo che il “Teschio con le Orecchie” esiste veramente, ma anche una chiesa meravigliosa».

«Abbiamo amato questa chiesa – continua Francesca Licata, Manager Culturale dell’Associazione – perché è uno dei pochissimi esempi di edificio medievale che ha resistito al tempo e non è stato inglobato in altri palazzi. Siamo stati affascinati dalla storia del teschio, una leggenda che sopravvive dal 1600 e che è tuttora viva, poiché ancora oggi molte persone ci chiedono della sua esistenza. La reliquia è strettamente collegata a un culto molto importante e radicato a Napoli: l’adozione delle “capuzzelle”, ovvero il “refrisco” (il rinfresco delle anime del purgatorio). Si sceglieva in particolare questo teschio, poiché avendo le orecchie poteva ascoltare le preghiere e le grazie che si chiedevano. Ci piace pensare che abbia ascoltato anche il messaggio della nostra Associazione».

Orari di visita
Venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 18.00. Prezzo del biglietto: 4 euro. Info e prenotazioni: 3314209045, respiriamoarte@gmail.com


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