17 luglio 1973, Ischia al centro di un intrigo diplomatico: inizia la disfatta dell’Afghanistan


Ischia e Afghanistan legate da un filo sottile. Quello che sta succedendo in Afghanistan è sotto gli occhi di tutto. Una sconfitta per tutto l’occidente che per 20 anni è stato sul posto per farne un paese democratico ma non ci è riuscito. Dalle parole del presidente degli Usa,  Joe Biden, però si evince che quella guerra iniziata dopo l’11 settembre non aveva nulla a che vedere con la volontà di riportare la democrazia, la liberà e la cultura nel paese medio orientale ma, solo di proteggere gli americani dal terrorismo islamico.

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17 luglio 1973 – il filo che collega Ischia e l’Afghanistan

Torniamo però indietro nel tempo e analizziamo nel dettaglio una data storica che ha segnato completamente il crollo dell’Afghanistan. Era il 17 luglio 1973 e il paese medio orientale era una monarchia, guidata dal re Zahir Shah che governava da ben 50 anni. In Afghanistan c’era libertà, un parlamento, stabilità economica e l’emancipazione della donna.

Quello però fu l’ultimo anno di stabilità del paese. Mentre il re dell’Afghanistan Zahir Shah era ad Ischia per delle cure fisiche alle terme, nelle terre afghane si consumava un colpo di stato. Mohammad Daud, ex primo ministro e cugino del sovrano, prese pieni poteri e abbatté la monarchia.

L’ex sovrano venne informato della cospirazione 48 ore prima dell’attacco mentre era all’Hotel Sporting di Lacco Ameno e ad informarlo fu un agente segreto americano. Quel giorno, martedì 17 luglio 1973, nasce la Repubblica dell’Afghanistan. L’esilio dell’ormai ex re Zahir Shah ebbe inizio dunque ad Ischia e proseguì poi per 29 lunghi anni a Roma.

Da quel 17 luglio 1973 inizia l’instabilità che l’Afghanistan ormai vive da tantissimo decenni. Dopo quel colpo di stato, ce ne sarà subito un altro dopo soli 5 anni, questa volto operato dal partito comunista afgano. In quel momento l’Afghanistan diventa uno dei satelliti della vicina URSS ma dopo un solo anno c’è un nuovo colpo di stato. A quel punto all’Unione Sovietica non va giù questo nuovo cambiamento e pensando che sotto ci fosse la mano degli Stati Uniti, nel 1979 invade l’Afghanistan militarmente facendo scoppiare una guerra civile lunga 10 anni.

Da una parte c’era quindi l’Unione Sovietica, dall’altra i Mujaheddin – che erano tante tribù ed etnie diverse ma come scopo comune avevano l’Islam e cacciare i Russi. I Mujaheddin sconfiggono i russi nel 1989 grazie all’aiuto degli americani, dei pakistani e dei sauditi.

Dopo la vittoria scoppia ancora una volta una guerra civile, prima vinta dal Governo dell’epoca e poi nel 1996 perse definitivamente contro i Talebani guidati dai pakistani. E’ l’inizio di 5 anni di terrore ed oppressione: vengono bandite tv, radio, gli uomini devono portare la barba lunga, le donne devono uscire di casa solo accompagnate e completamente coperte.

Dopo l’attacco alle Torri Gemelle, gli Stati Uniti con l’aiuto di tutto l’occidente, decidono di dichiarare guerra all’Afghanistan, dove si nascondeva Bin Laden e l’organizzazione di Al Qaida. La guerra viene vinta in poco tempo e i talebani vengono sconfitti. Negli ultimi 20 anni gli eserciti occidentali hanno continuato a presidiare la zona fino a quando Trump non ha deciso di ritirare le truppe americane e fare un accordo con i talebani.

La situazione però, appena i militari a stelle e strisce sono andati via, è sfuggita di nuovo di mano. I Talebani hanno ripreso il potere invadendo la capitale Kabul e ora ci sono milioni di profughi che vorrebbero abbandonare il paese e chiedere rifugio.


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