22 maggio. Santa Rita da Cascia: la santa delle future mamme e delle cause impossibili


Santa Rita da Cascia  fu una monaca agostiniana nata a Roccaporena nel 1381  e morta nel 1457. Fu beatificata l’ 11 ottobre 1627 da papa Urbano VIII e santificata il 24 maggio 1900 da Leone XIII. Non tutti forse sanno che, della vita di Santa Rita non si hanno informazioni scritte, tutto ciò che sappiamo della sua storia, lo si è potuto desumere dai dieci bassorilievi  posti sulla sua tomba che raffigurano gli episodi salienti della sua vita. Tutte gli altri aneddoti e notizie, sono stati poi tramandati oralmente nel tempo, arrivando sino a noi.

Per la sua popolare fama prodigiosa, è chiamata la Santa degli impossibili, o meglio Avvocata dei casi impossibili. Santa Rita è sicuramente una delle Sante più amate e venerate dal popolo partenopeo e non solo, infatti, considerata la sua vita burrascosa seppur oridinaria, la gente la sente molto vicina. Ricordiamo infatti, che quella di Di Santa Rita fu la “normale” vita delle donne dell’epoca: sposa, madre poi vedova ed infine monaca devota.

La vita di Santa Rita fu costellata da tantissimi episodi di non facile accettazione: giovanissima venne data in sposa ad un uomo violento e crudele con il quale ebbe due figli. Il marito fu però assassinato e da lì a poco anche i figli, probabilmente colpiti da qualche malattia, morirono. La Santa donna piuttosto che lasciarsi trascinare dalla collera e dal rancore riuscì a non annegare in quel grande dolore che l’aveva colpita e prima perdonò gli assassini del marito e poi funse da paciere tra gli assassini e la famiglia dell’ormai defunto marito per far sì che anche loro perdonassero, così da interrompere questo flusso di odio e violenza che si era venuto a creare.

Libera dai sentimenti di vendetta ma pervasa dal senso del Perdono decise di intraprendere la sua vera vocazione. Entrò in convento e lì ci restò per 40 anni , dedicandosi completamente alla preghiera e al signore. Ebbe sulla sua fronte, per lunghi quindici anni, la stimmate raffigurante le spine della corona di Gesù e convisse sino alla fine dei suoi giorni con atroci dolori ma sempre pregando e venerando il Signore.

santa rita con la corona di spine

Si può ben capire che la vita di Santa Rita non è stata per nulla facile nè come moglie nè come madre ed è probabilmente per questo particolare motivo che il popolo la sente molto vicina, perchè lei prima di essere monaca e poi Santa, fu una donna costretta a subire tante ingiustizie, soprattutto dal marito, riuscendo però a perdonare e ritrovare la sua pace interiore. A Lei sono devote soprattutto le donne, infatti, viene invocata nelle preghiere per riportare la pace in famiglia dopo periodi burrascosi. A Lei ci si rivolge per le crisi matrimoniali perché con il suo carattere docile e mansueto era riuscita perfino a far redimere il violento marito. A Lei, ancora, sono rivolte le preghiere delle future mamme che spaventate le chiedono di proteggere e vegliare sui loro piccoli bambini.

Nei momenti di profonda tristezza e di oppressione infinita ci si rivolge a Lei che con il suo modello di vita si è eretta da esempio e questa profonda devozione in lei riversata sembra rincuorare e confortare dalle fatiche soprattutto le donne in difficoltà.

Da sempre a Santa Rita si accosta la figura di un elegante fiore: la rosa.

Infatti si narra che pochi mesi prima della sua morte, in un giorno di rigido inverno con la neve che copriva ogni centimetro di terra, una sua parente le chiese cosa desiderasse e la Santa rispose che avrebbe desiderato una rosa del suo orto. Sua cugina ritornata a Roccaporena, si recò nell’orticello e tra i cumuli di neve vide spuntare una bellissima e profumata rosa che poi portò alla Santa morente.

Cosi S. Rita divenne la Santa della “Spina” e la Santa della “Rosa”. Giovanni Paolo II disse ancora: “La santa di Cascia appartiene alla grande schiera delle donne cristiane che «hanno avuto significativa incidenza sulla vita della Chiesa, come anche su quella della società». Rita ha bene interpretato il «genio femminile»: l’ha vissuto intensamente sia nella maternità fisica che in quella spirituale”.


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