Villa Durante, un gioiello barocco poco conosciuto


Inclusa tra gli edifici più antichi, la cui costruzione risale alla prima metà del ‘700, Villa Durante, o anche conosciuta come Villa Mirella, fa parte del grande complesso delle Ville Vesuviane del Miglio d’Oro di Ercolano. L’antica struttura fu edificata per i principi di Teora, cui seguirono i Meda, per poi divenire nell’800 proprietà della famiglia Durante.

La villa, attribuita da De Dominici all’architetto e pittore napoletano Ferdinando Sanfelice, occupa una vasta area dalla forma vagamente triangolare, compresa tra il Corso Resina, via Marconi e via A. Rossi. Il suo sviluppo planimetrico asimmetrico risulta, ad oggi, inalterato, fatta eccezione del piano sopraelevato e della cappella, situata nel cortile. Il piccolo luogo sacro, contenente la statua di San Gennaro, venne realizzato anch’esso dai Durante, ne prova che al centro del timpano spezzato è posto lo stemma di famiglia, emblema che ritroviamo anche sul prospetto dell’edificio. Nell’ampia facciata si notano le coperture delle ali estreme a formare due ampie e panoramiche terrazze. Lungo la facciata si susseguono un’alternanza di decorazioni con timpani triangolari contenenti una conchiglia e timpani curvi con all’interno festoni di alloro, mentre i portali presentano solo una liscia cornice in piperno.

Al centro della facciata, come già accennato, è presente lo stemma con la scrittaDurante Deo domus est“, ed i resti di una statuina di San Michele (una riproduzione di quella che D.A. Vaccaro sistemò sul prospetto della chiesa di San Michele a Napoli). Per sottolineare questa devozione che i Durante avevano per San Michele, ricordiamo che la stessa famiglia ospitò nel pianterreno l’abate Maccarone, un certosino con una particolare inventiva per meccanismi tra i quali si segnalano una carrozza automobile, un presepe con i pastori mobili e fontane automatiche zampillanti.

Per quanto riguarda il giardino, o meglio, il podere, si trova di fronte, al di là della strada regia e nella mappa del Carafa (1750) è segnalato come “Podere e Casino dei principi di Teora“. L’ingresso attualmente reca il numero civico 255 di corso Resina ed è contrassegnato da un monumentale portale, costituito da una struttura in piperno con architrave curvilineo spezzato in chiave. L’intero giardino fece parte della Villa Teora fino al 1878 e passò poi in proprietà di un certo Sal. Barbato, titolare della villa Testi di Valminuta.

Fonti: Giuseppe De Simone, Annapaola Amante – “Il Miglio D’Oro e le ville vesuviane di Ercolano”, Portici 2002


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