Karl Friedrich Schinkel, l’architetto tedesco incantato da Napoli: “Una delle viste più belle del mondo”


L’immagine di Napoli è stata oggetto di numerosi racconti e romanzi, poiché la città partenopea ha affascinato e continua ad affascinare tutt’oggi chiunque la visiti. Tra i personaggi affascinati da Napoli figura anche un grande architetto tedesco, Karl Friedrich Schinkel, appassionato e scrupoloso conoscitore della capitale borbonica, da lui visitata per la prima volta nel 1804 e la seconda vent’anni dopo.

Karl Friedrich Schinkel, chi era l’architetto tedesco innamorato di Napoli

Karl Friedrich Schinkel (Neuruppin, 13 marzo 1781 – Berlino, 9 ottobre 1841) fu un architetto ed un pittore prussiano. Fu uno dei maggiori architetti del neoclassicismo tedesco e si rifaceva ad influssi romantici e idealisti. Inoltre, fu tra i primi in Germania a promuovere la rivalorizzazione delle forme gotiche in architettura (neogotico) ed influenzò anche lo stile architettonico della Prussia, realizzando prestigiosi monumenti che fornivano un nuovo assetto architettonico al centro della capitale Berlino.

Schinkel a Napoli: “Una delle viste più belle del mondo”

Nel corso del XIX secolo i viaggiatori stranieri rivolgevano il loro interesse più all’insieme dei caratteri urbani e paesaggistici di Napoli, e molto meno ai singoli luoghi, a causa dell’impronta barocca della città partenopea, considerata di scarso interesse.

Tra questi, non fa eccezione il grande architetto tedesco Karl Friedrich Schinkel, che fu enormemente attirato dalla morfologia del paesaggio del golfo, con le sue isole, il Vesuvio e le colline affacciate sul mare. Schinkel abbandonò una visione frammentata di Napoli in favore di uno sguardo generalizzante. Nel corso del suo primo soggiorno, sul colle del Vomero, non sembrò affatto colpito dai tesori della certosa di San Martino, annotando unicamente nei suoi diari l’emozione di fronte all’incredibile panorama: “una delle viste più belle del mondo”.

L’interesse per l’antichità e gli aspetti costruttivi

L’architetto prussiano fu particolarmente colpito dalle collezioni reali del Museo Borbonico e dai resti dell’antichità, soprattutto quelli in grado di mantenere uno stretto rapporto con il paesaggio, come la villa di Pollione a Posillipo.

Schinkel visitò Pompei e Paestum solo nel 1824, perché nel corso del suo primo soggiorno dedicò maggiore attenzione alla città, analizzata anche nei suoi aspetti costruttivi. Possiamo menzionare, ad esempio, la suggestiva descrizione delle volte in battuto di lapillo, diffuse su tutto il territorio urbano.

Il fascino di Napoli: da Castel dell’Ovo alle sculture di un “paradiso in terra”

Il rapporto con il mare è uno degli elementi di maggiore interesse, soprattutto per chi proveniva dalle colline prussiane. Schinkel fu particolarmente affascinato da Castel dell’Ovo, ammirato per la sua posizione scenografica tra le due insenature della baia.

Anche la Villa Reale attirò l’attenzione dell’architetto, che durante il secondo viaggio soggiornò alla Riviera e passeggiò lungo i suoi viali ammirando le sculture, come la cosiddetta “montagna di marmo”, ovvero il Toro Farnese, che sarebbe stato spostato al Museo Borbonico soltanto nel 1826.

L’occhio con cui Schinkel osservava Napoli influenzò non solo più generazioni di suoi allievi, ma anche il suo principale committente, il principe ereditario Federico Guglielmo, il quale fu ugualmente affascinato dal paesaggio di Napoli, “un paradiso in terra”.

Fonti:

Maria Ines Pascariello, Frammenti di Napoli / Naples and its fragments, 2018 by Federico II University Press – fedOA Press


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