Riccardo Muti: “Per Roberto De Simone lacrime di coccodrillo, Napoli è stata ingrata con lui”

Riccardo Muti. Foto di Todd Rosenberg per Wiener Philharmoniker


Parole dure di Riccardo Muti che ha voluto ricordare l’amico e collega Roberto De Simone scomparso ieri: “Napoli gli è stata ingrata”.

Muti ricorda Roberto De Simone

La scomparsa di Roberto De Simone ha lasciato un vuoto profondo nella cultura napoletana e in quella internazionale ed in queste ore si susseguono le parole e i ricordi di chi con il genio napoletano ha condiviso pezzi di strada umana e artistica.

Con parole forti e sentite, Riccardo Muti ha voluto ricordare l’amico e il grande maestro, un intellettuale che ha incarnato l’anima di Napoli, ma che – secondo quanto scritto da Muti su “Il Mattino” – la città non avrebbe saputo riconoscere appieno.

“Sono arrabbiato – ha scritto Muti – perché è morto solo. Napoli non ha mai dato a De Simone quello che meritava”. Un dolore che si intreccia con il senso di ingratitudine che ha accompagnato la sua carriera, nonostante il contributo fondamentale che ha dato alla musica e alla cultura partenopea.

Muti aggiunge: “Ora si verseranno lacrime di coccodrillo, ma la sua scomparsa dà un colpo alla crisi della cultura partenopea proprio mentre, ironia della sorte, si celebrano i 2500 anni di storia. Mi auguro gli dedichino al più presto una strada o una piazza importanti”.

“Napoli ingrata con lui, non ha mai avuto il teatro che sognava”

Muti ripercorre i momenti più intensi della loro collaborazione, dalle opere di Mozart alla “Gatta Cenerentola”, che ha segnato la riscoperta delle tradizioni popolari napoletane. Una delle intuizioni più rivoluzionarie di De Simone, che ha saputo mescolare la tradizione con la modernità, restituendo a Napoli una parte della sua identità culturale perduta.

Ma la città, secondo le parole di Muti, ha tradito il genio di De Simone. Non ha mai realizzato il sogno di un teatro dedicato alla scuola vocale, né gli ha dato il riconoscimento che avrebbe meritato. “La sua Napoli era una capitale culturale”, aggiunge Muti, citando l’importante lavoro svolto al San Carlo e alla scuola di San Pietro a Majella. Un’eredità che, purtroppo, non avrebbe trovato il giusto spazio, lasciando un senso di rimpianto per ciò che sarebbe potuto essere e che – magari – potrebbe essere riconosciuta e restituita post mortem. Come accade soltanto ai più grandi geni.

Leggi anche questi articoli


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI