Napoli, la mostra sulle opere del MANN nelle pagine di Alessandro Baricco


Al MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dal 9 settembre 2021 al 10 gennaio 2022, è in programma un viaggio tra archeologia e letteratura: la mostra “Omero, Iliade. Le opere del MANN nelle pagine di Alessandro Baricco”.

Al MANN il percorso su Omero e l’Iliade con le parole di Alessandro Baricco

Il percorso, che è stato allestito nelle sale della Farnesina, unisce la rappresentazione iconografica di quindici reperti (databili tra VI e IV sec. a.C.) e la scrittura del celebre autore torinese.
Sono cinque le sezioni che creano un suggestivo dialogo tra la tradizione letteraria e quella iconografica: 1. Omero, Iliade: un’epopea umana; 2. Il racconto della guerra; 3. Le donne di Omero; 4. La morte di Patroclo e il ritorno di Achille in battaglia; 5. L’ultima notte di Troia.

L’allestimento viene aperto dal busto di Omero in marmo pentelico (Collezione Farnese, II sec. d.C.) che, nei primi giorni della mostra (9-11 settembre), compie una sorta di “viaggio simbolico” e viene esposto nella Cappelletta di Terra Murata a Procida in occasione della rassegna MARetica: un trait d’union che ha lo scopo di valorizzare cultura e patrimonio del Mediterraneo, costituendo un ideale avvicinamento aProcida Capitale della Cultura 2022″.

Giulierini: “Una mostra unica e preziosa”

Il Direttore del MANN, Paolo Giulierini, commenta: “L’incontro tra il MANN, Alessandro Baricco e Procida Capitale della Cultura nasce da un linguaggio e sensibilità comuni: – ripensare l’uomo partendo dal mare – è la bellissima definizione data alle giornate di MARetica dal suo ispiratore”.
Definisce il MANN come il “Museo al centro del Mediterraneo” e aggiunge che negli ultimi anni sono stati realizzati “importanti progetti legati al mare come ponte fra le culture, ma anche alla storia delle contaminazioni che hanno generato la nostra civiltà, al valore dell’accoglienza. Lo abbiamo fatto a partire da Thalassa, una grande mostra, da Napoli alla Sicilia, che ha generato oggi la attiva rete dei ‘Mediterranei’. Un percorso nelle nostre sale che, passando dal Corto Maltese di Hugo Pratt alle storie degli emigranti del ‘900 alle scoperte archeologiche nel porto di Napoli, ci porterà alla realizzazione di una sezione dedicata al Mar Mediterraneo e ai suoi miti raccontati da reperti millenari, ma anche da scrittori antichi e contemporanei. Ringraziamo Alessandro Baricco per averci voluto accompagnare in questo viaggio tra Napoli e Procida e per aver costruito insieme a noi una mostra unica e preziosa, come le parole dei suoi libri”.

MANN

Al MANN una narrazione moderna dell’Iliade di Omero

La figura di Omero suggerisce la natura composita di un itinerario raffinato, che, grazie a Baricco, svela legami con la sensibilità contemporanea. Ancora oggi non sappiamo con certezza se Omero esistesse davvero, ma tuttavia, alla sua figura deve essere riconosciuta una grande personalità organizzatrice, in grado di selezionare e rielaborare, da un punto di vista personale, miti e racconti della precedente tradizione epica. La tradizione di Omero, in occasione di questa mostra al MANN, viene quindi “riesaminata” da un inedito punto di vista che ribalta l’impostazione originaria del poema: nella sezione “Omero, Iliade. Un’epopea umana”, viene infatti ripresa l’idea dello scrittore torinese per cui si può rileggere il poema senza le narrazioni che riguardano l’intervento degli dèi nelle vicende terrene. Viene quindi lasciato agli uomini il “palcoscenico” della storia, e in questo modo è più facile avvicinare l’opera alla vita del nostro tempo.

La scelta del secondo reperto in mostra riguarda invece un cratere a calice attico a figure rosse con consesso di divinità, che nella società greca permeavano tutti gli aspetti della quotidianità. Il vaso, esposto per la prima volta in questa occasione, è stato attribuito al Pittore di Syriscos e risale al 470-460 a.C.

L’Iliade: il poema della guerra aristocratica

Naturalmente l’Iliade è celebre come il poema della guerra aristocratica, scandita da specifici rituali. Il conflitto tra l’esercito acheo e quello troiano consente di raccontare non armi e tecniche di combattimento, i ruoli dei capi e delle assemblee dei combattenti, la tipologia delle forze in campo, le strategie di attacco e difesa. Le battaglie campali si alternano ai duelli singoli, come quelli tra Paride e Menelao, Ettore e Aiace, Patroclo ed Ettore, Achille ed Ettore. Ogni conflitto è sempre preceduto da preparativi solenni.

In questa sezione dell’esposizione, sono inoltre presenti tre reperti: la coppa da vino con scene di combattimento tra opliti (ceramica cosiddetta calcidese, collezione Santangelo- 540 a.C.); il cratere a volute con scene di combattimento tra opliti con carri (ceramica attica a figure nere da Sant’Agata dei Goti – 520 a.C.); la coppa da vino con guerrieri che si preparano alla battaglia (ceramica attica a figure rosse da Vulci – 510-500 a.C., cerchia del Pittore di Epeleios).

Le donne di Omero e il ruolo della bellezza

Al MANN l’allestimento prosegue poi con un focus sulle donne di Omero ed infatti l’Iliade e l’Odissea costituiscono la più antica testimonianza del ruolo femminile nel mondo occidentale. Nella Grecia alto-arcaica, cui i poemi fanno riferimento, la donna doveva incarnare determinate virtù e attenersi ai rigidi codici comportamentali che la società del tempo le imponeva.

Innanzitutto, una donna doveva essere bella: la bellezza risulta infatti essere la caratteristica principale sulla quale si sofferma Omero nella descrizione dei personaggi femminili, che ne sottolinea il fascino nell’aspetto e nell’abbigliamento. Nei brani di Baricco selezionati, le donne acquistano “voce”, palesando la propria condizione di vittime di violenza: la bellezza diventa una condanna.

In esposizione ci sono quattro reperti: la loutrophoros con figure femminili in un tempietto (vaso cerimoniale per riti matrimoniali o funerario- ceramica apula a figure rosse da Polignano a Mare – IV sec. a.C.); il cratere a campana con la nascita di Elena (ceramica di produzione campana a figure rosse da Caivano, 350-340 a.C.); lo stamnos (recipiente per trasporto e conservazione di liquidi) con rappresentazione di Menelao che insegue Elena (ceramica attica a figure rosse – 470-460 a.C.).

Umanità e passioni nelle ultime sezioni della mostra

Umanità e passioni figurano anche nella sezione dedicata alla morte di Patroclo e alla discesa di Achille in battaglia: qui è possibile ammirare un’anfora a collo distinto con guerriero che si arma (ceramica attica a figure nere, da Cuma, fine VI sec. a.C.); due anfore a collo distinto con scene di combattimento tra guerrieri sul corpo di un caduto (ceramica attica a figure nere da Vulci, databili al VI sec. a.C.); il cratere a mascheroni con Achille che trascina il corpo di Patroclo (ceramica apula a figure rosse da Ruvo – 360-350 a.C.).

Si giunge infine all’ultima notte di Troia, in cui si crea una simmetria tra il destino di Ettore e la caduta della città: nella riscrittura di Alessandro Baricco queste vicende vengono narrate attraverso un preciso espediente letterario: l’autore introduce, infatti, il personaggio di Demodoco, il vecchio cantore che, nell’VIII libro dell’Odissea, alla corte dei Feaci, canta alla presenza di Ulisse proprio della presa di Troia.

In questa sezione della mostra sono presentati tre reperti: un’anfora a collo distinto a figure nere e un cratere a mascheroni a figure rosse con la raffigurazione di Aiace che aggredisce Cassandra presso il tempio di Atena (la prima opera proviene da Vulci e risale al 520-510 a.C.; la seconda da Ruvo ed è databile al 360-350 a.C.); chiude l’allestimento un vaso attico a figure nere con raffigurazione di Enea che fugge da Troia insieme al padre Anchise (da Nola – 520-510 a.C.).

Il progetto scientifico dell’esposizione è a cura di Marialucia Giacco (Funzionario archeologo del MANN/ Responsabile Ufficio Mostre Italia-Estero); la mostra è inserita nell’ambito del progetto Obvia – Out of boundaries viral art disseminantion (referente: Daniela Savy/ Università degli Studi di Napoli “Federico II”), nel più ampio quadro di collaborazione culturale con Regione Campania, Comune di Procida e Procida Capitale della Cultura- 2022.


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