Quagliarella in tv: “Ho il poster dello striscione napoletano, l’ho messo…”


Nell’Inferno in cui hai vissuto enorme dignità, ci riabbracceremo presto Fabio, figlio di questa città“, recitava lo striscione esposto allo stadio San Paolo dai tifosi del Calcio Napoli in occasione della partita tra la squadra locale ed il Crotone, disputatasi verso metà marzo. Ora campeggia, sotto forma di poster, a casa di Fabio Quagliarella, a cui appunto era rivolto.

A rivelarlo lo stesso calciatore originario di Castellammare di Stabia e ora in forza alla Sampdoria, considerato per anni un traditore della fede napoletana, a causa del suo passaggio, avvenuto nell’estate del 2010, dal club del presidente Aurelio De Laurentiis all’odiatissima Juventus. Tutto, però, era stato dovuto a una tristissima e segretissima vicenda di stalking che aveva visto protagonista Fabio Quagliarella e che lo stesso ha potuto rivelare solo pochi mesi fa, a indagini della magistratura ultimate.

Intervistato per la trasmissione Sky “I signori del calcio” (in onda questa sera alle 23:45 su Sky Sport 1), Quagliarella -secondo alcune anticipazioni – ha infatti pronunciato affermazioni al miele verso i tifosi partenopei: “Mi fa molto piacere che con la mia gente sia tornato il sereno. Per me è molto difficile parlare di questa vicenda, perché si riaprono delle ferite che fanno ancora male. Già l’anno prima di approdare al Napoli io, mio padre e mia mamma abbiamo cominciato a ricevere messaggi e telefonate minacciose e offensive. Era bruttissimo, perché non sapevo chi potesse avercela con me, poteva essere chiunque“.

Alla fine ad avercela con lui erano i tifosi della sua squadra del cuore, che aveva abbandonato (secondo le cronache del 2010) per soldi e per andare a vincere in quel di Torino. Una volta saputa tutta la verità sul suo discusso trasferimento alla Juventus, però, i tifosi del Napoli hanno subito capito le ragioni del loro vecchio idolo e gli hanno prontamente chiesto scusa col famoso striscione. Ora Quagliarella se lo guarda tutti i giorni comodamente seduto in casa sua, visto che “ne ho fatto fare un poster e l’ho appeso alle pareti di casa. Quella scritta mi ha riempito il cuore di gioia, perché non era una cosa dovuta“.


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