Rissa tra Ultras, i motivi della faida interna. De Laurentiis dal questore per avviare le indagini


Partono le indagini dei pm Battiloro, Castaldo, De Falco, De Simone per scovare i colpevoli e comprendere i motivi della rissa tra ultras che è sfociata sui gradoni della curva B domenica sera allo stadio ‘Maradona’. Dietro c’è il coordinamento del procuratore aggiunto Sergio Amato. Violenza privata ed estorsione, questi i capi di imputazione per i protagonisti del misfatto, rei, secondo le forze dell’ordine di aver danneggiato anche le persone a loro circostanti, impedendogli di assistere al prosieguo della partita. La Digos ed il primo dirigente Antonio Bocelli proseguono dunque le indagini.

I motivi della rissa tra Ultras del Napoli in curva B

Intanto Aurelio De Laurentiis ha fatto visita ieri al questore Giuliano, con l’intento di monitorare le oltre 200 telecamere presenti allo stadio per provare ad individuare gli autori della rissa. Continua dunque il pugno duro del presidente del Calcio Napoli nei confronti del tifo organizzato. Alla base delle ultime contestazioni una serie di motivazioni: il regolamento d’uso, il caro biglietti Champions e la festa Scudetto a numero chiuso.

Perché c’è una faida interna tra gruppi Ultras

A scatenare la rissa del ‘Maradona’ sarebbe stata la richiesta (non accolta) dei Fedayn nei confronti degli Ultras ad unirsi ai cori contro De Laurentiis. Da lì sarebbe nato il parapiglia a cui tutti hanno assistito. Al centro dell’acceso dibattito ci sarebbe stato insomma lo stesso comunicato rilasciato il giorno prima, nel quale si esortava i tifosi a non cantare all’interno dello stadio, neanche contro lo stesso presidente. Un vero e proprio vizio di forma che ha acceso gli animi, già in stato di agitazione per un ‘battibecco’ avvenuto nel corso della trasferta di Francoforte.

Ultras contro De Laurentiis, i motivi della protesta

Lo storico gruppo della curva B, come testimoniato anche da uno dei suoi leader Cosentino nelle varie interviste rilasciate, non ha mai ceduto alla tessera del tifoso, a differenza di altri gruppi organizzati. Oltre a provocare una spaccatura in curva, questa presa di posizione ha creato una serie di impedimenti ai Fedayn, primo su tutti il non potersi abbonare. Vane sono state infatti nei mesi scorsi le richieste fatte alla società: senza Fidelity Card non si cantano messe.

La richiesta (non accolta) di una fan zone

Altra richiesta mai ascoltata dal club, sarebbe quella di avere a disposizione una fan zone, che per altro prevedono già tanti club europei. Una zona recintata dove poter lanciare cori, suonare tamburi ed esporre striscioni senza disturbare il resto del pubblico pagante.

Recentemente sono poi sorti altri due motivi di contestazione: il caro dei biglietti applicati in Champions (“non è possibile che un padre e un figlio debbano spendere 180 euro per assistere ad una partita”), e la famigerata festa Scudetto a numero chiuso. Una limitazione ritenuta incompatibile con il diritto dei cittadini a festeggiare liberamente il tricolore.


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