Spalti vuoti e piazze gremite: l’inspiegabile scelta di chiudere in gabbia coppa e calciatori


Il Calcio Napoli ha concluso allo Stadio Maradona contro la Sampdoria la trionfale stagione che l’ha portato al terzo, storico Scudetto. Alle 22,37 del 4 maggio 2023, la città ha dato vita a celebrazioni uniche ed indimenticabili, durate di fatto per un mese, fino alla chiusura del campionato ed alla susseguente festa del 4 giugno 2023.

Il popolo partenopeo è stato encomiabile, ed ha tinto la città d’azzurro senza sporcarla del nero di una cronaca che ha lasciato a bocca arida i tanti detrattori, pronti a sparare nel mucchio immaginando di colpire un bersaglio facile. Fin dalle prime ore del mattino del 4 giugno, le vie della città si sono popolate di flotte di persone festanti, pronte a cantare e danzare fino a tarda sera in un idillio tricolore da mille e una notte.

Una Napoli matura, che ha riempito le piazze centrali senza creare disagi e disordini, mostrando al mondo intero l’essenza della felicità. Migliaia di turisti presenti in città, trascinati dal contagioso entusiasmo napoletano. Anche loro non hanno potuto fare a meno di indossare un vessillo azzurro per festeggiare questo momento storico insieme al popolo partenopeo. Insomma, c’erano tutti. Mancavano solo un autobus, i calciatori e la coppa.

Festa Scudetto, mesi per organizzare (male) un concerto allo Stadio Maradona vuoto da metà serata

Avrebbe meritato qualcosa in più, la gente di Napoli. Avrebbe meritato un autobus scoperto con i calciatori a mostrargli la coppa, ad esempio. Invece è stato deciso di trasformare un momento indimenticabile in una sorta di Festivalbar, con cantanti che si sono alternati tra playback e versioni dal vivo ottenendo riscontro solo durante la prima parte della festa.

Sul finale addirittura la desolante immagine dello stadio vuoto, con i calciatori rimasti praticamente soli sul palco. Un vero e proprio paradosso, considerato che le strade e le piazze erano gremite di tifosi in festa davanti a maxischermi che trasmettevano proprio le immagini provenienti da Fuorigrotta.

È stato come chiudere dei leoni in una gabbia. Una clamorosa non-organizzazione che ha messo in risalto la sfiducia delle amministrazioni nei confronti del popolo napoletano.

Eppure di tempo ce n’è stato per mettere in piedi un piano sicurezza. Mesi e mesi di trattative, riunioni fiume in prefettura, incontri con i maggiori organi di sicurezza: tutto per decidere di montare un palco allo stadio e qualche maxischermo in giro.

Piazza Plebiscito, il numero chiuso, i biglietti da vendere su un portale dedicato creato ad hoc. Esibizioni in tutte le piazze principali, collegate con la centrale. I calciatori dallo stadio al lungomare sull’autobus a festeggiare con la gente. Tutte fandonie. Illusioni che si sono trasformate in delusioni.

Napoli meritava un pullman scoperto, Napoli meritava la coppa tra la gente, illuminata dalla luna, riflessa nel mare. Napoli meritava ben altro, dopo aver atteso per 33 anni.

E invece ha avuto un concerto approssimato e un paio di intermezzi comici a microfoni mal funzionanti. Che peccato.


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