Quando la Juventus fu spostata in Lombardia per evitare la retrocessione: la storia che pochi conoscono

La Juventus della stagione 1912/13


Quando la Juve fu “spostata” in Lombardia per evitare la retrocessione sul campo in una Serie B ante litteram. La società torinese, nella propria storia, ha partecipato soltanto una volta al campionato cadetto nella stagione 2006/2007, in virtù della retrocessione in aula di tribunale dovuta allo scandalo denominato Calciopoli. In realtà, la Juve sarebbe retrocessa anche agli inizi del Novecento e precisamente nella stagione 1912-1913, grazie ad un escamotage che comportò l’assurdo territoriale di far giocare i bianconeri con le squadre lombarde.

LEGGI ANCHE – Tre processi rischiano di mandare la Juve ancora in Serie B

Quando la Juve fu spostata in Lombardia per non retrocedere

Il campionato di Prima Categoria nella stagione 1912-13 era stato appena riformato con il progetto Vavassori-Faroppa. La Prima categoria vedeva la partecipazione di 30 squadre divise in gironi regionali al Nord (Veneto-Emiliano, Lombardo-Ligure, Piemontese) e al Centro-Sud (Toscano, Laziale, Campano). Al tempo stesso fu introdotto il meccanismo di promozioni e retrocessioni, per garantire la mobilità dei club e soprattutto garantire la competitività del campionato.

La Juventus retrocessa sul campo nella stagione 1912/13

In quella stagione, la Juventus giunse ultima nel girone piemontese conquistando solo 3 punti in 10 partite: una vittoria, un pareggio e ben 8 sconfitte. Retrocessione sul campo, ma inaccettabile diplomaticamente. Umberto Malvano, l’allora presidente della Juventus, chiese così un incontro straordinario alla FIGC: l’assemblea societaria dei torinesi si era conclusa in una rissa con alcuni membri che minacciavano di non finanziare più il club destinandolo al fallimento. Così Malvano chiese di spostare la sua Juventus nel girone della Lombardia, riuscendo ad ottenere l’approvazione della richiesta grazie ad alcune buone conoscenze.

Cosa inventarono per salvare i bianconeri

La FIGC dovette dunque escogitare un modo per salvare la Juventus anche formalmente: nell’assemblea del 24 agosto 1913 si approvò la mozione di allargamento delle partecipanti alla Prima Categoria, con il contestuale blocco delle retrocessioni dell’anno precedente. In tal modo i comitati regionali dovettero riorganizzarsi e il saturo Piemonte doveva fare i conti con l’ingresso dell’Alessandria e la mancata retrocessione anche del Novara.

Juve in Lombardia, Brescia in Veneto ed Emilia Romagna

La Federcalcio risolse in questo modo: il girone Lombardo-Ligure fu smantellato e fu creato quello Piemontese-Ligure, insieme al nuovo girone Lombardia che, a questo punto, doveva essere riempito. Vi furono trasferiti quindi il Novara e la Juventus, mentre il Brescia trovò posto in quello Veneto-Emiliano, altro assurdo territoriale. Tutto per evitare la retrocessione della Juventus.


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI