Il 2014 della Turris: “post fata resurgo”


Riassumere l’anno vissuto dalla Turris non è cosa semplice. Tante sono le vicende succedutesi nel corso dei mesi, tanti i protagonisti che le hanno vissute. Da gennaio ad oggi, la Turris ha completamente cambiato faccia, passando dalla presidenza Moxedano a quella Giugliano. Cambi al vertice della società, incomprensioni con la piazza, gioie, dolori, delusioni ed illusioni. I corallini non si sono fatti mancare nulla in questo 2014, ed è per questo che cercheremo di raccontarvelo, ricordando i momenti più significativi.

La prima metà dell’anno, ovvero da gennaio a giugno, è stata probabilmente la più difficile da sopportare e da superare. Sebbene la Turris continuasse a cullare il sogno Lega Pro, essendosi portata a ridosso della testa della classifica del girone H di Serie D, una serie di eventi avrebbero condizionato per sempre il destino della società. La spaccatura tra società e tifosi è diventata, soprattutto sul finire di stagione, quasi insanabile, acuitasi poi con l’addio di Moxedano, ed annesso titolo sportivo, che condannava la città a restare senza calcio. In poche parole, la morte sportiva della Turris, proprio nel suo 70° anno di vita. Si conclude quindi, nel peggiore dei modi, la storia di Mario Moxedano a Torre del Greco. Una storia fatta di amore ed odio, litigi ed incomprensioni, soprattutto per quanto concerne il rapporto con i tifosi. Di quei 2 anni, resterà soltanto la vittoria della Coppa Italia, unico successo sportivo di quella presidenza.

L’estate quindi è stata a dir poco rovente, e non solo per le alte temperature. Tifosi e stampa locale, si riuniscono nella speranza di trovare una soluzione che potesse salvare la Turris. Sono stati mesi caratterizzati dall’incertezza e dalla paura. Molti nomi circolarono in quei giorni , su chi potesse riportare il calcio in una città ormai disillusa come quella di Torre del Greco, ma tutti si realizzarono in un nulla di fatto.

Tra fine luglio, ed inizio agosto però, la svolta: sebbene il termine utile per l’iscrizione alla serie D fosse scaduto, la Turris non abbandonava l’ultimo treno utile: l’Eccellenza. In questo senso, è stato quindi decisivo il gruppo messo in piedi da Giuseppe Giugliano, che in pochissimi giorni è riuscito ad ottenere il titolo sportivo del Miano, garantendo quindi alla Turris l’iscrizione al campionato. La Turris era rinata. Con un nome (almeno sulle carte ufficiali) diverso, ed in una categoria inferiore alla serie D, ma significava molto, perché quasi più nessuno credeva ad una rinascita, quasi miracolosa, a pochi giorni dall’inizio della stagione sportiva 2014/2015. Oltre a Giugliano però, il vero artefice di questa operazione fu Francesco Vitaglione, oggi uomo simbolo della società. Vitaglione infatti rappresenta l’uomo giusto al momento giusto, ma soprattutto l’uomo di fiducia per tifosi corallini, il giusto collante tra piazza e società.

La seconda metà dell’anno è stata quindi quella più ricca di soddisfazioni e momenti da ricordare. Innanzitutto, la prima presentazione della nuova società presso la sede del Comune di Torre del Greco, nella quale Giugliano ha fin da subito espresso la massima solidarietà per aiutare i tifosi nella questione del marchio e del logo della Turris. Successivamente, c’è stata la presentazione ufficiale dello staff tecnico prima, e della rosa poi, allo stadio Amerigo Liguori.

Le promesse di Giugliano si sono poi concretizzate in fatti, visto che in poco tempo utile, assieme a Vitaglione, è riuscito ad allestire una grande rosa, di categoria superiore a quella dell’Eccellenza, ingaggiando un tecnico esperto e navigato come Santosuosso.

La storia recente la conosciamo tutti. La Turris ha chiuso il girone d’andata in bellezza, recuperando il gap che la separava dalla Sessana. L’uscita dalla Coppa Italia brucia, soprattutto per com’è arrivata, ma l’obiettivo stagionale, ovvero il campionato, è ancora alla portata dei corallini. L’unione che si è creata tra dirigenza e tifosi, lascia ben sperare per il futuro. I tifosi si sono mossi per l’acquisizione del marchio e del logo storico della Turris, con la massima disponibilità della società ad aiutarli. Il futuro rimane ancora indecifrabile, ma rispetto ad un anno fa, si respira un aria di rinnovamento e di fiducia. La Turris è riuscita a sfuggire per un soffio all’oblio sportivo, adesso però, come ha più volte spiegato Vitaglione, la città deve destarsi da un torpore ormai cronico, e supportare ancora di più questo progetto sportivo, affinché la Turris non incappi più negli stessi errori del recente passato.


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