Il Castello del Carmine: dal passato glorioso ai cumuli di rifiuti


La città di Napoli è ricca di luoghi, siti archeologici, musei e bellezze che racchiudono in sé anni ed anni di storia e cultura: un patrimonio inestimabile, che permette ai visitatori e non solo, di capire, ammirando e godendosi il piacere della scoperta di ogni angolo e sito partenopeo, quali sono le radici e qual è la vera essenza di questa immensa città.

Purtroppo, c’è da sottolineare, che non sempre viene conferito il giusto valore alle bellezze nostrane: alcuni di esse, purtroppo, sono totalmente abbandonati all’incuria ed al degrado. Il sito Storienapoli.it ha proposto un interessante articolo nel quale, oltre a ripercorrere la storia, mette in risalto la situazione nella quale riversa il Castello del Carmine, ubicato in zona mercato, tra via Marina, piazza del Carmine e corso Garibaldi. Sicuramente, di corsa verso casa o aspettando l’autobus, la maggior parte di voi avrà rivolto lo sguardo verso le due torri – tutto ciò che resta di questo affascinante monumento – che attualmente sono circondate da un cumulo di rifiuti. Situazione che non lascia affatto indifferenti, in quanto si tratta di un vero e proprio pezzo di storia nostrana, le cui origini risalgono all’anno 1382. Viene anche chiamato Sperone, in riferimento alla sua forma cilindrica e per presenza del torrione, laddove si concentrava la proliferazione delle acque della Palus neapolitana.

Castello del Carmine

Fu Carlo III di Durazzo, della dinastia D’Angiò, a chiederne esplicitamente l’edificazione, in quanto aveva bisogno di una fortezza per difendersi dagli attacchi militari in quella determinata area cittadina. Non vi erano decori di alcun tipo, dato l’uso al quale era destinato. Solo due torri, un torrione e le tipiche mura merlate, rinforzate di gran lunga da grossi blocchi di piperno.

Grazie all’intervento dell’ingegnere Francesco Spinelli, in seguito alla battaglia disputata tra Luigi II d’Angiò e Ladislao di Durazzo del 1386 e l’assedio da parte di Alfonso d’Aragona, furono apportate delle modifiche alle mura, che furono ampliate ma fu anche posta una lapide, che riportava un’incisione in latino che ricordava tale intervento.

Purtroppo nel 1566 il torrione fu colpito pesantemente da una fortissima alluvione. Fu quindi ricostruito, stavolta conferendogli forma quadrata e non cilindrica, su disposizione del vicerè Parafan de Ribera. Durante la rivolta di Masaniello, fra il 1647 e 1648, Gennaro Annese utilizzo la fortezza come dimora nella quale rifugiarsi. Nel 1662 subì un vero e proprio restyling, a cura di Bonaventura Presti, Donato Antonio Cafaro e Francesco Antonio Picchiatti, che riguardava per lo più gli arredi delle stanze, in occasione della permanenza dei capitani di ventura ed i mercenari, molto esigenti.

Castello del Carmine

Ricordiamo che il castello è stato scenario di diversi importanti eventi storici, tra cui:

– la proclamazione della Serenissima Real Repubblica Napolitana
– la congiura di Macchia del 1707
– la resistenza da parte dei Borboni ai Mille di Garibaldi

Purtroppo nel 1906, per poter permettere la costruzione dell’ultima parte di corso Garibaldi, il castello venne demolito e fu edificata la caserma “Giacomo Sani”.

 


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