Philippe Daverio: ” È giunto il momento di risarcire il Sud”

Philippe Daverio


Philippe Daverio, conduttore, critico d’arte e giornalista italo-francese ha esposto le proprie considerazioni sulla giunta De Luca e proposto un piano europeo  in stile “piano Marshall”, che ristabilì l’economia e l’operatività degli stati usciti dal conflitto mondiale, per bonificare e valorizzare gli immensi beni artistici, archeologici e paesaggistici della Campania. Daverio è un profondo conoscitore e amante della nostra cultura e sa bene l’importanza globale che rivestono le “quattro pietre” che spesso vengono abbandonate al degrado e all’incuria dalle Pubbliche Amministrazioni locali.

Così il critico racconta le sue idee in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, dove inizia considerando proprio il valore storico dei nostri siti archeologici:“L’Europa deve moltissimo alla cultura napoletana, basti pensare al ruolo delle scoperte settecentesche di Ercolano e Pompei che hanno consentito la nascita del Neoclassicismo e l’affermarsi di pittori come David. E’ giunto il momento quindi per risarcire questa terra, un po’ come il nipote diventato ricco che sostiene il vecchio nonno da cui ha appreso tanto ma che ora è un po’ malmesso”.

Da qui la proposta di Costituire una sorta di task force coordinata proprio dalla Regione che vada a Bruxelles e ponga con forza la questione di massicci investimenti della Comunità europea destinati soprattutto alla tutela strutturale.” Infatti, per quanto la manutenzione dei beni culturali spetterebbe ai Comuni “I municipi hanno le competenze e la missione ma non hanno più un euro.”. Quindi diventa prerogativa della Regione sopperire a tale mancanza e, nella nostra, il governatore De Luca si è riservato il ruolo di assessore alla cultura, scelta che Daverio giudica con sarcasmo:“Non è la prima volta che accade. Spesso i presidenti regionali hanno svolto anche le funzioni di assessori alla cultura, forse per un pizzico di vanità ma soprattutto per indirizzarlo a proprio piacimento ricalcando vecchie equazioni fra potere e consenso.”.

Il critico auspica un risanamento non solo dei beni in se, ma di tutto il contesto che li circonda:“Per il sud e per la Campania in particolare non vedo alternative. Recuperare tutto il patrimonio sconfinato di beni artistici, storici, paesistici, ambientali, di civiltà, con la sua musica, il suo teatro, la sua inimitabile gastronomia. Per dirla in breve della sua cultura unica, per renderla fruibile al mondo al suo meglio, riqualificando e ristrutturando anche i contesti, spesso degradati, limitrofi ai beni. E’ una partita da giganti, ma si deve giocare e possibilmente vincere“.


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