Facci continua: Napoli fa schifo, la spazzatura è nella cultura della città


Napoli – Il giornalista di Libero, Filippo Facci, che per difendere le parole di Massimo Giletti aveva scritto che Napoli fa schifo, dopo la polemica che è seguita su di lui e alla luce dell’annuncio di querela nei suoi confronti, da parte dell’avvocato Pisani, torna a scrivere della faccenda, ancora sulle colonne di Libero.

Il giornalista conferma la sua opinione, sostenendo che “Napoli fa schifo, in tutta Europa non esiste una città del genere, lo pensiamo anche noi (noi chi? Facci parla anche per conto di altri – imprecisati – o usa il plurale majestatis? ndr), e quello della spazzatura è un problema storico-culturale che nel tardo 2015 salta ancora agli occhi. E al naso”. E va oltre: se per Giletti la colpa dei problemi di Napoli è della classe politica, per lui è di chi li elegge.

Se da una parte ha ragione nel biasimare gli elettori napoletani, colpevoli però, a mio avviso, di andare effettivamente a votare cercando di accontentarsi del meno peggio (faccio un discorso generalizzato che prende le mosse dal 1860 e arriva a oggi, mentre è ovvio che “qualche” buon amministratore Napoli l’abbia avuto, nell’ultimo secolo e mezzo), dall’altra non mi capacito di come Facci senta la puzza di immondizia solo a Napoli, mentre non la percepisce per le strade di Roma, dove vanno a nutrirsi anche dei grossi esemplari di suini, né nella Milano – dove vive – della grande corruzione Expo, né nel momento in cui si avvicina agli uomini di potere quando si trova vicino a questi ultimi – e gli capita non raramente.

Circa la spazzatura come problema storico-culturale, Filippo Facci ignora evidentemente l’opera di Goethe, colpa grave per un giornalista che, come lui, anela a primeggiare. In Viaggio in Italia lo scrittore tedesco ammirava la pulizia della città di Napoli e suoi dintorni, grazie all’operato stesso dei cittadini, così come ignora il decreto del 3 Maggio 1832 nel quale si istituiva la raccolta differenziata e si davano disposizioni sulla pulizia degli spazi davanti alle botteghe. Da allora qualcosa è cambiato, guarda caso con la “liberazione” di Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele & Co. : il problema è storico-culturale, oppure è stato creato ad arte di recente?Diciamo, per la cronaca, che da pochi giorni è iniziata nel centro storico la raccolta porta a porta, con un buon riscontro da parte della cittadinanza.

articolo facci 6 novembre 2015

È altrettanto curioso constatare come critichi il consigliere comunale Crocetta, che aveva parlato di problemi “minimalisti” dimenticando che il Minimalismo è una tendenza artistica, ma insista nel sostenere che dire “c’è spazzatura in tutti i vicoli” sia un giudizio, un’opinione: no che non lo è, la spazzatura è qualche cosa di materiale che c’è o non c’è, oggettivamente, non perché a qualcuno sembra che ci sia. A Napoli non c’è spazzatura in tutti i vicoli, la maggior parte di questi sono puliti, pur non negando la presenza in determinati punti di monnezza, come in ogni grande città, anche Londra, Parigi o New York (ci sarà stato qualche volta?). Facci e Giletti ignorano poi che Napoli non è fatta di soli vicoli, ma questo dimostra soltanto la loro scarsa conoscenza della città. Pretendere la precisione assoluta agli altri, riguardo a elementi che non inficiano il senso di un discorso, e dimenticare la propria in relazione a fatti oggettivamente rilevabili.

Altra stranezza è la sua invocazione del diritto alla libertà di espressione: in ciò non dimostra molta coerenza, dal momento che ha citato in giudizio l’enciclopedia online Wikipedia intimando di oscurare la pagina a egli dedicata per via dei contenuti. Al contempo, pretende di insultare talune persone senza subire conseguenze, come quando definì Marco Travaglio un “animoso coglione”; gli esempi sarebbero abbastanza numerosi, ma ci basti ricordare la nostra “Napoli fa schifo”, ossia l’offendere circa un milione di persone che in quella città ci vivono. Curioso ancora che intervenga, di fatto, a difesa della Rai di cui nel 2007 disse “è una cloaca” (cliccate qui per leggere il suo “curriculum” scritto dal Corriere della Sera).

Filippo Facci nell’articolo di oggi precisa perché Napoli farebbe schifo: Napoli fa schifo – a me, almeno – per dei record che la rendono unica in Europa: la disoccupazione giovanile, l’astensione alle urne, le costruzioni abusive, i reati ambientali, quelli legati all’usura, gli scippi e i furti d’auto”. Facci ignora ancora, in questo caso anche i lavori dei suoi colleghi de Il Sole 24 Ore, secondo cui Napoli per numero di reati commessi è al 36esimo posto in Italia, mentre ai primissimi abbiamo le città settentrionali. Circa l’astensione alle urne, è un fatto sorretto da dati ufficiali che a livello nazionale circa il 50% degli aventi diritto non vota; sull’abusivismo e i reati ambientali ha ragione, però sbaglia nel guardare soltanto a Napoli e non per esempio alla Pianura Padana, che secondo l’UE è l’area più inquinata d’Europa, o i rifiuti interrati nel bresciano, o ancora i disastri naturali che interessano tutta la nazione causati, anche, dall’abusivismo. Sulla disoccupazione, e non solo giovanile, ha ragione: è elevatissima, lo è in tutto il Sud, nonostante i proclami del governo, tuttavia questa dipende da una miriade di fattori di cui certamente non sono colpevoli (solo) i napoletani. Per tutti questi motivi, vorremmo sapere quali sono i “dati alla mano” che invoca.

Possiamo concludere, infine, con un’autentica perla: sempre a proposito di precisione, nel deridere i napoletani per l’uso scorretto della grammatica, Facci ha scritto un tweet (lo ha poi cancellato) commettendo un errore grammaticale – “i migliaia di messaggi” invece di “le migliaia di messaggi”, come gli ha fatto notare un utente con tanto di link all’enciclopedia Treccani. Che ci potevamo aspettare da una persona che ha, al posto del cognome, un congiuntivo fantozziano?

filippo facci twitter errore grammaticale


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