Luca De Filippo, la lettera di Salemme: “Per me eri un mito. Spero di rivederti presto”


Il 27 novembre 2015 moriva Luca De Filippo, unico erede dell’indimenticabile Eduardo. E’ con lui che si spegne un altro grande figlio di Napoli, che è riuscito a diventare un grande maestro del teatro italiano.

In tanti lo hanno ricordato con affetto, tra questi il sindaco Luigi De Magistris, che ha disposto la proclamazione del lutto cittadino nel giorno dei funerali dell’artista, e Vincenzo Salemme. L’attore e regista, pubblicò su Facebook una lettera in ricordo di colui che per anni lo ha accompagnato nella sua carriera. E’ con Luca De Filippo che Salemme è cresciuto, ha fatto esperienza e ha condiviso gioie e dolori che resteranno per sempre nel suo cuore.

“Caro Luca, ti scrivo quando sono passati due giorni dal tuo addio, quando il tempo mi sembra dilatato, quando gli anni che porto,d’improvviso, mi sembrano aumentati. Mi hai portato via un pezzo delle nostra bella giovinezza e mi sento decisamente più vecchio, mi pare di aver perduto per sempre un mondo che non tornerà mai più. [..] E quante ne abbiamo fatte insieme? Dunque, vediamo: sono entrato nella compagnia di tuo padre nel 1977, quando si registravano le sue commedie in TV. Altro mondo anche quello. Si impiegavano mesi per registrare ogni singola commedia. Tu eri un ragazzo, io poco più che un bambino. Per me eri però già un mito perché ti avevo ammirato nei panni di un Felice sciosciammocca di pochi anni prima. Eri fantastico in quel ruolo perché eri originale. Originale. Sottolineo l’aggettivo perché é la prima e più importante cosa che ho imparato da te che detestavi le convenzioni in genere ma nella recitazione. [..] Io dal 1977 sono rimasto ininterrottamente accanto a te fino al 1992. Mi hai fatto conoscere le cose più belle che un ragazzo di paese come me non avrebbe mai altrimenti potuto conoscere. [..] Prima che tu vada via per sempre, io ti voglio ricordare tutti i successi che abbiamo vissuto insieme, tutte le risate e gli applausi che ci hanno sommersi negli anni, uno dopo l’altro. [..] Tu hai ricevuto dal pubblico un amore grande, tutto tuo, solo tuo. Si apriva il sipario e ti sceglievano. Ed io lo posso dire. Perché io lo so. Perché io c’ero. In tutti i chilometri, centinaia di migliaia di chilometri di strade e autostrade percorsi insieme, con la neve con la pioggia o col sole, io ero sempre seduto accanto a te come la sera a cena dopo lo spettacolo, spesso da soli, spesso in silenzio, uno di fronte all’altro, senza nasconderci le delusioni ma senza negarci le gioie, come solo i fratelli possono fare. Ti saluto amico mio, e smetti quel sorriso malinconico perché devi essere fiero di quello che sei stato: un uomo perbene e responsabile, un uomo schivo e un artista coraggioso. Spero proprio di rivederti presto. Ti abbraccio.”


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