Scavi di Pompei. Svelato il motivo del vergognoso crollo


Era il 6 novembre 2010 quando la “Schola armaturarum”, edificio romano all’interno degli Scavi di Pompei, crollò dopo giorni di pioggia continui. Una struttura che era sopravvissuta alla cenere di un’eruzione, a duemila anni di storia ed ai bombardamenti della Secondo Guerra Mondiale crollava per alcune gocce di pioggia. Al tempo fu un vero e proprio scandalo, al punto che, l’allora premier, Silvio Berlusconi decise di programmare alcuni interventi speciali per evitare simili situazioni in futuro: questi interventi verranno poi raccolti e avviati nel Grande Progetto Pompei.

In 6 anni le indagini sono andate avanti e l’unica imputata è,ormai, l’architetto restauratore Paola Rispoli, responsabile delle verifiche e della manutenzione sulla porzione di città antica dove si verificò il crollo. Il Tribunale di Torre Annunziata si è avvalso, per le indagini, della consulenza tecnica dell’ingegnere Lucio Fino, professore Scienze delle costruzioni alla facoltà di architettura della Federico II.

Secondo le sue analisi, a provocare il crollo sarebbe stata l’assenza di manutenzione durata ventuno anni, dal 1979 al 2010. Alcuni scoli per l’acqua presenti sul solaio della struttura, infatti, sarebbero stati talmente tanto otturati da foglie ed altri detriti da non riuscire più a raccogliere la pioggia. Così, il peso dell’acqua stagnante sul tetto avrebbe fatto crollare le antiche mura. Una tragedia evitabile, quindi, con un controllo minimo e banale, ma necessario.


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