Sgarbi: dipingere Napoli solo nel suo degrado è ormai “una corrente pittorica”


In occasione della mostra “Spoleto Arte incontra Napoli”, che si è tenuta al Pan (Palazzo delle Arti di Napoli), sono arrivati nella città partenopea alcuni personaggi legati al mondo dell’arte e alla città: Vittorio Sgarbi ha presenziato alla mostra, in compagnia di Marisa Laurito e dello stilista-artista Alviero Martini. Inoltre, importante la presenza del curatore della mostra Salvo Nugnes, il quale, assieme al famoso critico italiano, hanno lanciato un’idea legata al Pan: far funzionare il Palazzo con “un imprenditoria dell’Arte che non vuole  muoversi nelle vie private ma occupare spazi pubblici in un intesa pubblico-privato” (come riporta Ilvesuviano.it). Il percorso prevederebbe, pertanto, la programmazione di eventi a cura di importanti critici, finalizzando il tutto a quell’incontro tanto arduo tra pubblico e privato, poiché in uno spazio interamente pubblico.

Napoli, del resto, è una culla artistica: a tal proposito, Sgarbi ha ricordato la figura di Lucio Amelio, che con la sua arte figurativa, ha esportato Napoli in Europa e nel mondo. Napoli, che non è solo quella del dipinto attualmente esposto al pubblico, a causa della centralità negativa che prende mediaticamente.

E proprio questo tasto, a detta dei presenti, rappresenta una piaga: il disegno di Napoli, tra l’emergenza rifiuti e il ritratto che alcuni ne fanno, come Roberto Saviano. Dure sono state le parole del critico su Saviano, il quale ha collaborato, secondo Sgarbi, ad un dipinto di Napoli che gli apparteneva.

Per il critico, è divenuta quasi una corrente socio-culturale dipingere Napoli nel suo degrado e ignorare la sua grande bellezza.


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