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Rischio Vesuvio, è sciacallaggio mediatico: torna la bufala dell'”eruzione imminente”

Da Federica Barbi Nov 02, 2016
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vesuvio

Basta poco, o relativamente poco: un terremoto, una scossa che si propaghi fino a Napoli, seppur con epicentro a distanza di chilometri, per innescare il solito tam tam sull’eruzione del Vesuvio. Panico ingiustificato, una trappola mediatica in cui spesso in troppi cadono. Dopo il terremoto che ha colpito il centro Italia, è scattato nuovamente l’automatismo: molti siti hanno rispolverato vecchi articoli riproponendoli come se fossero attuali, tra l’altro alterandoli.

Protagonista dei pezzi è, ovviamente, il Vesuvio, che, al momento, dorme profondamente, ma per qualcuno, invece, starebbe preparando “un’eruzione imminente”. Già, perché in questi pezzi datati agli ultimi giorni, ma risalenti invece anche ad anni precedenti, sono riportate le parole del vulcanologo canadese Flavio Dobran, della New York University, che ha dedicato uno studio al vulcano partenopeo, dichiarando: “All’improvviso il Vesuvio che sonnecchia dal 1944 esploderà con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli s’innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di 7 chilometri spazzando via case, bruciando alberi, asfissiando animale, uccidendo forse un milione di esseri umani. Il tutto, in appena 15 minuti”.

La previsione è catastrofica, ma non ha alcuna tempistica, come specificato in queste parole dello studioso: “Quando avverrà? Questo purtroppo non possiamo prevederlo. Certo non sarà tra due settimane, però sappiamo con certezza che il momento del grande botto arriverà. La conferma viene dalla storia: le eruzioni su larga scala arrivano una volta ogni millennio. Quelle su media scala una volta ogni 4-5 secoli. Quelle su piccola scala ogni 30 anni. Ebbene, l’ultima gigantesca eruzione su larga scala è quella descritta da Plinio il Vecchio: quella che il 24 agosto del 79 d. C. distrusse Ercolano e Pompei uccidendo più di duemila persone. La più recente eruzione su media scala è quella del 1631, che rase al suolo Torre del Greco e Torre Annunziata, facendo 4 mila morti in poche ore.

Molti siti, invece, pur non cambiando le parole del vulcanologo, le hanno interpretate a loro piacimento, soprattutto nel titolo del pezzo, in cui il termine ‘imminente’ ha ovviamente attirato molti click. Purtroppo, però, ha attirato anche molta paura. E con questa non si scherza, soprattutto ora che molte persone hanno davvero perso tutto, anche la vita.

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rischio VesuvioVesuviovulcanologo
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Federica Barbi

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