Il boss malato in carcere, l’appello della moglie per portarlo a Napoli: “Sta morendo”


Ciro Lepre, conosciuto negli ambienti criminali come “Lo Sceriffo”, è un noto capoclan del Cavone condannato a 12 anni di reclusione nel carcere di Torino. L’accusa principale fu quella di aver estorto denaro, insieme ai Casalesi, ad una importante azienda di pulizia di materiale sanitario ed ospedaliero. Uno strano scherzo del destino, visto che proprio ricoveri ed ospedali stanno causando tantissimi problemi al decaduto boss.

Tutto è iniziato il 28 maggio di quest’anno, quando lo sceriffo 54enne è stato colpito da una grave ischemia cardiaca nel carcere di Nuoro, in Sardegna. Sin da subito, le sue condizioni di salute sono apparse talmente gravi da rendere necessario un ricovero in ospedale. Il detenuto è stato portato all’ospedale Molinette di Torino, dove è attualmente ricoverato a seguito di ulteriori complicazioni di carattere epatico.

Vincenza Cianciulli, moglie del boss, ha iniziato una battaglia legale insieme ai due avvocati del marito per ottenere un trasferimento in una struttura ospedaliera napoletana. Nell’istanza, i legali Marchionne e Davino hanno chiesto i domiciliari in un ospedale di Napoli adducendo che le gravi condizioni di salute di Lepre richiedono una terapia più efficace, una vicinanza alla sua terra ed agli affetti per scongiurarne la morte. A molti, anche ai giudici, tutto questo è sembrato soltanto un pretesto per avvicinare il boss alla sua area di influenza.

La Corte d’Appello ha, così, nominato un perito per valutare le effettive condizioni di salute del detenuto e stabilire il giusto provvedimento. Il Prof. Policino ha, sì, reputato gravi le patologie che affliggono il Lepre, ma ha dichiarato non necessario un ritorno a Napoli, consigliando un ricovero presso il “San Matteo” di Pavia. Non è stata riscontrata nemmeno una difficoltà per i parenti a stargli vicino e dargli tutto il sostegno del caso.

La Cianciulli, però, non si è arresa e, sul quotidiano “Il Roma”, ha lanciato un accorato appello per poter ottenere l’agognato trasferimento a Napoli: “Mio marito sta morendo. Solo in questo modo potremmo salvarlo da una morte sicura”. Eppure, stando sempre alle analisi del perito, le condizioni di Lepre non sarebbero così gravi, anzi, il detenuto fra pochi mesi potrebbe anche tornare a scontare la sua pena in un carcere ospedaliero. Quindi, almeno a nostro avviso, non si comprende la necessità di un trasferimento a Napoli.


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