Strage in Irpinia: il bus viaggiava con un milione di km e senza revisione


Era il 28 luglio 2013, sull’A16 Napoli-Canosa, quando un bus turistico precipitò dal viadotto “Acqualonga”. Fu una tragedia, morirono 40 persone. Il processo è ancora in corso al Tribunale d’Avellino, dove è stato ascoltato oggi l’agente della Polstrada, che si è occupato delle verifiche sulla presunta revisione del pullman (che alla data dell’incidente aveva percorso quasi un milione di chilometri).

Dalla testimonianza del poliziotto, scrive Il Mattino, è emerso che non ci sarebbe traccia della licenza di circolazione rilasciata dal Comune di Cercola al proprietario del bus e titolare dell’agenzia Mondo Travel. E, senza la licenza, non sarebbe stata possibile nemmeno la revisione. I controlli al veicolo, quindi, secondo la Procura di Avellino, non sarebbero mai stati effettuati. I giorni successivi all’incidente, un funzionario e un’impiegata della Motorizzazione Civile di Napoli sarebbero entrati nel sistema informatico e falsificato il documento di revisione del bus.

Infatti, nel giorno presunto della revisione, i veicoli da controllare erano 21, e i minuti dedicati ad ogni mezzo appena 8. Un tempo troppo breve che, secondo gli esperti, non è sufficiente per esami approfonditi.


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